Utopia e libertà: tra Italo Calvino e Tomás Saraceno

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di Arturo Galansino e Ludovica Sebregondi

«Ho amato Il barone rampante, la storia di un ragazzino che vive sugli alberi e non vuole più scendere sulla terraferma: un inno all’assenza di gravità, in un certo senso. Il concetto di leggerezza, nel mio lavoro, è strettamente connesso a quello di sospensione a mezz’aria» – Tomás Saraceno

È continuo e profondo il legame di Tomás Saraceno con lo scrittore Italo Calvino (1923-1985), autore che ha conosciuto fin da giovanissimo, quando con la famiglia abitava in Italia. Immagini, suggestioni e ispirazioni dal grande scrittore italiano sono rintracciabili in molte opere dell’artista argentino, già a partire da un collegamento immediato nel titolo del primo romanzo di Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno (1947), un riferimento diretto agli aracnidi tanto cari a Saraceno.

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Tomás Saraceno, Particular Matter(s) (dettaglio), 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Studio Tomás Saraceno

Saraceno e Calvino ci propongono visioni utopiche della realtà alla ricerca di una nuova libertà di pensiero e azione, un invito a ripensare in maniera poetica e collettiva il modo in cui abitiamo il mondo. «Prendete la vita con leggerezza, ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore» scrive Calvino nelle sue Lezioni americane (1988), un compendio dei valori che la letteratura deve avere nel nuovo millennio che era alle porte. Le ricerche di Saraceno procedono nella stessa direzione di leggerezza, utopia e determinata speranza. Proprio rileggendo il celebre saggio di Calvino si rintraccia un passaggio che sembra un compendio delle opere di Saraceno: «La poesia dell’invisibile, la poesia delle infinite potenzialità imprevedibili, così come la poesia del nulla nascono da un poeta che non ha dubbi sulla fisicità del mondo. Questa polverizzazione della realtà s’estende anche agli aspetti visibili, ed è là che eccelle la qualità poetica di Lucrezio: i granelli di polvere che turbinano in un raggio di sole in una stanza buia (II, 114-124); le minute conchiglie tutte simili e tutte diverse che l’onda mollemente spinge sulla bibula harena, sulla sabbia che s’imbeve (II, 374-376); le ragnatele che ci avvolgono senza che noi ce ne accorgiamo mentre camminiamo (III, 381-390)».

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Tomás Saraceno, Particular Matter(s) (dettaglio), 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Studio Tomás Saraceno

Le utopiche strutture architettoniche che caratterizzano il mondo di Saraceno ricordano Ottavia, la «città-ragnatela» delle Città invisibili (1972), «una città che, come tutte le città invisibili, è un sogno che nasce dal cuore delle città invivibili». Ottavia è creata su «un precipizio in mezzo a due montagne scoscese: la città è sul vuoto, legata alle due creste con funi e catene e passerelle. Si cammina sulle traversine di legno, attenti a non mettere il piede negli intervalli, o ci si aggrappa alle maglie di canapa. Sotto non c’è niente per centinaia e centinaia di metri: qualche nuvola scorre; s’intravede più in basso il fondo del burrone. Questa è la base della città: una rete che serve da passaggio e da sostegno. Tutto il resto, invece d’elevarsi sopra, sta appeso sotto: scale di corda, amache, case fatte a sacco, attaccapanni, terrazzi come navicelle, otri d’acqua, becchi del gas, girarrosti, cesti appesi a spaghi, montacarichi, docce, trapezi e anelli per i giochi, teleferiche, lampadari, vasi con piante dal fogliame pendulo».

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Tomás Saraceno, Webs of At-tent(s)ion (dettaglio), 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Studio Tomás Saraceno

Ottavia è evocata dalla forma di alcune delle opere più celebri di Saraceno come l’installazione Webs of At-Tent(s)ion, emozionanti agglomerati di ragnatele prodotte da ragni di specie diverse, talvolta dense e coese, altre volte espanse e dilatate. I calviniani «vasi con piante dal fogliame pendulo» si ritrovano invece nelle biosfere in vetro da cui scendono le tillandsie di Flying Gardens. Queste piante, che sembrano sfidare la gravità, sono estremamente adattabili: sono infatti capaci di assorbire l’acqua e i nutrimenti dall’umidità atmosferica e si aggrappano ad altri tronchi o strutture, senza mai danneggiarle. Un esempio perfetto di resilienza e di convivenza.

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Tomás Saraceno, Flying Gardens, 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio

Ciascuno dei nove diversi ambienti che costituiscono la mostra di Palazzo Strozzi Tomás Saraceno. Aria è associata a una delle Arachnomancy Cards, suggestive e misteriose carte pensate dall’artista argentino come tarocchi legati alle figure del ragno e della ragnatela, che diventano metafore dei legami tra tutto ciò che esiste in natura, capaci di indicarci i nostri destini incrociati. Per la loro creazione Saraceno si ispira alla pratica del nggám in uso presso il popolo Mambila del Camerun, che utilizza ragni e ragnatele come simboli e strumenti di divinazione. Allo stesso tempo Saraceno sembra far riferimento a Il castello dei destini incrociati (1973) per cui Calvino, nella sua creazione, si è «applicato soprattutto a guardare i tarocchi con attenzione, con l’occhio di chi non sa cosa siano, e a trarne suggestioni e associazioni, a interpretarli secondo un’iconologia immaginaria». Le carte, infatti, non devono servire solo per «interrogare l’avvenire», ma possono aiutarci a tracciare il nostro passato e a spiegare chi siamo, come fanno i protagonisti del romanzo utilizzando gli Arcani maggiori.

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Tomás Saraceno, Arachnomancy Cards, 2019 (dettaglio). 58° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Venezia, Italia. Courtesy the artist. © Studio Tomás Saraceno, 2019.

Un suggestivo collegamento tra Saraceno e Calvino appare anche nel caso di Museo Aero Solar, progetto collettivo dell’artista argentino che propone a diverse comunità del mondo di raccogliere e trasformare sacchetti di plastica in una mongolfiera che galleggia nell’aria, libera da combustibili fossili. Il progetto richiama la pagina conclusiva del Barone rampante (1957). Il romanzo narra la surreale storia di Cosimo Piovasco di Rondò, il quale decide di vivere la sua vita sugli alberi per staccarsi dalle regole imposte. Crea così un nuovo modo di vivere, in armonia con le sue inclinazioni e la natura, senza compromessi né ripensamenti. Non accetta di scendere a terra neppure in punto di morte e quando vede una mongolfiera «nel momento in cui la fune dell’ancora gli passò vicino, spiccò un balzo […] s’aggrappò alla corda, con i piedi sull’ancora e il corpo raggomitolato, e così lo vedemmo volar via, trascinato nel vento, frenando appena la corsa del pallone, e sparire verso il mare».

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Museo Aero Solar, (2007‐in corso), Prato, Italia, 2009, con Alberto Pesavento, Tomás Saraceno, Janis Elko, Till Hergenhahn, Giovanni Giaretta, Marco, Alessandro, Manuel Scano, Michela Sacchetto, and Matteo Mascheroni. Courtesy Museo Aero Solar and Aerocene Foundation. Photography by Janis Elko. Licensed under CC BY‐SA 4.0.

AI WEIWEI: A CASA MA UNITI

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Come personale contributo esclusivo per il progetto di Palazzo Strozzi IN CONTATTO, Ai Weiwei invia un videomessaggio a Firenze e all’Italia. Un saluto e una personale riflessione sull’emergenza del Coronavirus, con un chiaro messaggio: “State a casa ma rimanete uniti”.

In questo momento difficile mi auguro che stiate bene. Come sappiamo tutti, il Coronavirus rappresenta una reale sfida in questi giorni così inconsueti. Molte persone stanno soffrendo. E non ci sono confini, nazionalità, classi sociali o religioni che possono eludere questo virus, quasi “democratico”.
Come sappiamo non esiste una soluzione chiara per qualcosa che è successo in modo così imprevedibile e quasi misterioso, creando tanta incertezza che sta influenzando profondamente la nostra vita e che ha provocato la morte di molte, molte persone.
Tutto questo continuerà ancora per un po’ e ci fa capire che la vita è fragile e che non possiamo mai dare per scontata una vita pacifica. Dobbiamo combattere, dobbiamo lottare. Ciò richiede solidarietà, richiede comprensione, ricerca scientifica, ma soprattutto richiede una nostra prospettiva sulla vita stessa.
La vita è una lotta e la vita è piena di cose inaspettate. Credo sia fondamentale in questo momento essere pienamente consapevoli della situazione che stiamo vivendo e assumere un atteggiamento positivo: state a casa ma rimanete uniti. Grazie.

Protagonista nel 2016 della grande mostra AI WEIWEI. LIBERO, che con il suo grande successo ha segnato un nuovo corso dedicato all’arte contemporanea della Fondazione Palazzo Strozzi, Ai Weiwei rappresenta una delle più influenti personalità del nostro tempo, tra attivismo politico e ricerca artistica, e un simbolo della lotta per la libertà di espressione.

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Un manifesto per il futuro: Thermodynamic Constellation

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di Arturo Galansino

Nonostante la mostra Tomás Saraceno. Aria sia chiusa da giorni, è ancora aperto il cortile di Palazzo Strozzi, un luogo che negli anni è diventato uno spazio pubblico, una vera e propria piazza del centro di Firenze. Qui si trova la grande installazione che Tomás Saraceno ha realizzato appositamente per Palazzo Strozzi: Thermodynamic Constellation.

 

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Tomás Saraceno, Thermodynamic Constellation, 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Studio Tomás Saraceno

 

Un manifesto per il futuro, questo è Thermodynamic Constellation. E oggi forse lo è ancora di più per chi ancora la scorge attraversando il cortile, passando vicino ai portoni di Palazzo Strozzi, oppure ne è coinvolto attraverso le innumerevoli immagini che sono state condivise sui social media. Le sfere che compongono l’installazione, legate tra loro in tensione reciproca, sono prototipi di reali palloni aerosolari in grado di fluttuare nell’atmosfera senza utilizzo di combustibili fossili. La parte superiore a specchio riflette le radiazioni solari, impedendo il surriscaldamento durante le ore diurne di volo, mentre la parte inferiore trasparente contribuisce a mantenere la temperatura all’interno dell’involucro durante il volo notturno, assorbendo il calore del pianeta che fornisce la spinta aerostatica. Alla base dell’opera non vi è solamente una ricerca artistica, ma anche uno studio scientifico dei materiali e delle leggi della fisica che dovrebbero governare questa sorta di danza delle sfere nell’aria. Tomás Saraceno, infatti, tra il 2014 e il 2015 è stato artista in residenza al Centre National d’Études Spatiales (Centro Nazionale di Studi Spaziali – CNES) in Francia, dove ha avuto l’opportunità di conoscere le caratteristiche e le qualità di specifici materiali in uso nell’industria aerospaziale.

 

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Tomás Saraceno, Thermodynamic Constellation, 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio

 

L’installazione unisce un profondo messaggio etico a un’estetica emozionante. La capacità di Tomás Saraceno di dominare lo spazio ha portato alla creazione di un lavoro che reinterpreta in modo avvolgente l’architettura di Palazzo Strozzi, dialogando con uno dei più alti esempi della cultura rinascimentale. La parte specchiante delle sfere, infatti, oltre a creare un senso di comunità riflettendo la nostra immagine, ci permette di osservare con occhi nuovi la simmetrica architettura quattrocentesca del palazzo, alterata come in un’anamorfosi barocca e mutevole nelle diverse ore del giorno. Anche oggi, a distanza, le sfere diventano uno spazio di partecipazione collettivo concettuale in cui precipitano insieme visione e fisicità.

 

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Tomás Saraceno, Thermodynamic Constellation, 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio

 

Le sculture volanti di Thermodynamic Constellation esplorano quali tipi di strutture sociopolitiche potrebbero nascere se potessimo navigare liberamente sui fiumi dell’atmosfera in una nuova era di armonia con l’aria e l’atmosfera: l’Aerocene. Tomás Saraceno lancia così la visione dell’Homo flotantis, una nuova generazione di essere umano nomade dell’aria, in sintonia con i ritmi planetari e atmosferici, che si lascia guidare – concettualmente e fisicamente – dall’aria.

Quest’opera, in cui tutto fluttua e si riflette, invitandoci a muoversi in maniera nuova, è un porto aperto verso il cielo. Creando un collegamento con i problemi del mondo contemporaneo, di cui le emergenze di questi giorni sono sintomi e conseguenza, Thermodynamic Constellation rappresenta una proposta, o una sfida, per un futuro diverso.

 

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Tomás Saraceno, Thermodynamic Constellation, 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Studio Tomás Saraceno

In calendario

Come in una ragnatela

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di Arturo Galansino

Palazzo Strozzi, come ogni istituzione culturale che voglia parlare al proprio tempo, si impegna a trattare i temi più rilevanti del presente. Ogni mostra d’arte contemporanea diventa così un’occasione per indagare il mondo in cui viviamo attraverso lo sguardo sensibile degli artisti.

La mostra Tomás Saraceno. Aria racchiude nei nostri spazi espositivi svariati ‘futuri’, immaginari e utopici ma allo stesso tempo estremamente veri e attuali. Si tratta di visioni fatte di armonia, di equilibrio, nelle quali le connessioni sono evidenti e la cooperazione necessaria.

Oggi, alla luce della situazione che stiamo vivendo, le installazioni dell’artista ci parlano, seppur dalla distanza siderale delle sale vuote, con una forza anche maggiore e una consapevolezza nuova.

Questo periodo d’emergenza ci porta infatti a fare alcune riflessioni sul nostro stile di vita, sul peso delle nostre azioni e sulla fragilità del nostro mondo. Siamo immersi in una realtà iperconnessa, virtualmente e fisicamente, e se dovessimo rappresentare i nostri legami e le interazioni sociali o le rotte che descrivono i nostri spostamenti potremmo ricorrere efficacemente all’immagine di una ragnatela. Facciamo talmente parte di questa struttura da non rendercene conto, e apriamo gli occhi soltanto quando essa viene minacciata o rischia di spezzarsi.

Oggi appare in tutta la sua evidenza che proprio l’iperconnessione e l’ipermobilità, associate all’individualismo, hanno contribuito all’aggravarsi della situazione che stiamo vivendo.

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Tomás Saraceno, Aerographies (dettaglio), 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Studio Tomás Saraceno

Tomás Saraceno, Webs of At-tent(s)ion (dettaglio), 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio

Secondo il celebre “effetto farfalla”, coniato nel 1962 dal matematico e metereologo Edward Lorenz, lo sbattere d’ali di una farfalla in Brasile può provocare un tornado in Texas. In termini più concreti, una piccola azione può riverberarsi e causare effetti ben più grandi. Pensiamo quindi alla vibrazione di un filo, a un semplice tocco. Quando questo è connesso ad una struttura più grande, l’intero sistema può vibrare, oscillare, rompersi. Se le connessioni sono minacciate, in qualsiasi modo, i danni all’intero complesso possono essere enormi.

Come si può vivere in equilibrio in questa realtà iperconnessa? Come si possono limitare i rischi? La via indicataci da Tomás Saraceno è quella dell’armonia. In qualsiasi futuro vogliamo vivere, noi umani dobbiamo imparare a vivere in simbiosi con tutti gli altri esseri, viventi e non viventi, umani e non umani. La ricerca di un equilibrio dinamico deve diventare il nostro obiettivo, la nostra ragion d’essere. Per raggiungerlo è necessario cooperare, compiendo gesti e azioni individuali che non tradiscano il bene comune e che vadano in una direzione collettiva.

Alcuni eventi possono disturbare l’equilibrio, minacciando pericolosamente il mondo in cui viviamo. È in casi come questi che ognuno può contribuire a mantenere l’equilibrio. Ogni azione porta a una reazione, nel male e nel bene. Come in un’orchestra affiatata, quando ogni musicista esegue la propria parte, il risultato è armonia: una risposta unitaria costituita da tanti singoli, diversi ma uniti.

È necessario essere consapevoli dei nostri comportamenti, delle nostre relazioni, dei nostri movimenti, e delle conseguenze che possono avere sugli altri. Questa presa di coscienza deve avvenire non soltanto per il nostro bene individuale, ma per quello di tutti.

Come in una ragnatela, siamo piccoli nodi, parte di un intreccio infinitamente più grande in cui, in una catena di azioni e reazioni, ogni nostro gesto fa vibrare l’intero sistema. Dobbiamo essere coscienti, e capaci, di farlo risuonare nel modo più armonico possibile. Dobbiamo essere una rete armonica di cui ogni singolo è parte essenziale.

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Tomás Saraceno, Connectome (dettaglio), 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio

Nelle prossime settimane continueremo a portare avanti queste visioni di futuro e di realtà delineate da Tomás Saraceno. Lo faremo in modi nuovi, a distanza, con la volontà di stimolare una riflessione attraverso il linguaggio che conosciamo meglio, quello dell’Arte.

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«Lampade e lampadine come alleate
nella caccia quotidiana collegano
modi di vivere in una dipendenza intrecciata.
La natura sembra preferire i rapporti
agli individui, nulla si crea da sé.
Chiedetevi quante moltitudini
racchiudete in voi.»

SYM(BIO)POETICS: Carta 3 di 33 di Aracnomanzia

Tomás Saraceno, Arachnomancy Cards, 2019
Courtesy the artist. © Studio Tomás Saraceno, 2019

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