Lasciamo che la ragnatela ci guidi

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Per comprendere il mondo di Tomás Saraceno è necessario entrare in quello dei ragni e delle loro ragnatele. Grazie all’App Arachnomancy e alle letture individuali delle Arachnomancy Cards (Carte da Aracnomanzia) possiamo metterci in contatto con gli esseri non umani tanto cari all’artista, interagendo così, in modo virtuale, con la mostra Tomás Saraceno. Aria.

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Tomás Saraceno, Webs of At-tent(s)ion (detail), 2020. Installation view of Aria
Palazzo Strozzi, Florence, 2020
© Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio

Il fascino esercitato dagli aracnidi su Saraceno risale all’infanzia, quando nella sua casa in Italia percepiva la loro presenza, come esseri di eguale importanza. Questa presa di coscienza, di condivisione di un ambiente, porta l’artista a domandarsi «i ragni vivono a casa mia o io vivo a casa dei ragni?» E proprio come i ragni, che emettono vibrazioni attraverso la tela per connettersi con la realtà che li circonda, le opere di Saraceno agiscono come strumenti per percepire fenomeni che vanno al di là dei nostri sensi. È così che Saraceno ha trasformato Palazzo Strozzi in uno spazio di immaginazione e partecipazione per superare un’ideologia antropocentrica ed esaltare i valori di diversità, cooperazione e interconnessione. Siamo perciò tutti invitati a sintonizzarci con voci non umane che si uniscono alle nostre attraverso infinite reti di connessione e disconnessione, in una mostra che sfida il canone gerarchico dell’albero della vita, proponendo invece una rete della vita evidenziando gli intrecci tra specie e mondi.

L’esposizione di Palazzo Strozzi si snoda intorno alla serie delle Arachnomancy Cards, trentatré carte pensate dall’artista che diventano metafore dei legami tra tutto ciò che esiste in natura, vivente e non vivente. A Palazzo Strozzi ciascun ambiente della mostra è associato a una carta che diviene una sorta di araldo che collega tra loro i contenuti di ogni spazio, creando inaspettate connessioni tra elementi apparentemente lontani. Una ulteriore saletta è dedicata alla serie completa delle trentatré carte.

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Tomás Saraceno, Arachnomancy Cards, 2020. Installation view of Aria
Palazzo Strozzi, Florence, 2020
© Photography by Studio Tomás Saraceno

Nel contesto dell’attuale crisi ecologica, la cosiddetta Sesta Estinzione di Massa, invertebrati come gli aracnidi e gli insetti stanno scomparendo a ritmo accelerato con gravi conseguenze per l’ambiente e gli ecosistemi. Mentre gli invertebrati costituiscono oltre il 95 percento delle specie animali, in gran parte dei paesi sono assenti linee guida e regolamenti nazionali sui loro diritti non umani. È imperativo quindi sintonizzarci con le voci non umane che si uniscono alla nostra in reti infinite di connettività e disconnettività e riconoscere le loro voci che vibrano.

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Ragnatele a Palazzo Strozzi
© Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio

Due sono le modalità per poterci connettere con i ragni e consultare l’oracolo della loro ragnatela. Il primo strumento è l’App Arachnomancy (disponibile per iOS e Android), applicazione sviluppata dallo Studio Tomás Saraceno che permette di interrogare l’oracolo in qualsiasi luogo e momento, unendosi a un’iniziativa di mappatura contro l’estinzione e creando una rete di connessione tra reali ragnatele di tutto il mondo. Scaricata la App si deve fotografare una ragnatela (nelle case ce ne sono, anche se talvolta nascoste), partecipando all’esercizio collettivo di Mapping Against Extinction (“Mappatura contro l’estinzione”).

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Studio Tomás Saraceno, Arachnomancy App
© Studio Tomás Saraceno, 2019

Completando questa piccola missione è possibile sbloccare le singole carte, necessarie per consultare l’oracolo della tela del ragno, dedicandosi a forme di conoscenza che riecheggiano i metodi di divinazione praticati in diverse parti del mondo. Così presso il popolo Mambila del Camerun sono in uso carte divinatorie di foglie rigide o corteccia di rafia con ideogrammi ritagliati per la pratica del nggám, o divinazione del ragno: a un ragno che vive nel terreno sono poste delle domande, le cui risposte vengono comunicate attraverso lo spostamento di queste carte. Le capacità divinatorie del ragno derivano dal suo universo sensoriale: i sensi vibrazionali altamente sviluppati gli consentono infatti di entrare in sintonia con una sinfonia di tremori biotici e abiotici, un tipo di conoscenza che noi non siamo in grado di percepire. Ugualmente avviene con la vibrazione del cellulare. Sul sito Arachnophilia.net è possibile approfondire questi e altri temi indagati da Saraceno e dal suo studio.

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Carte divinatorie per la pratica del nggám, o divinazione del ragno

Un ulteriore modo per consultare l’oracolo è attraverso la lettura individuale delle Carte da Aracnomanzia. Ognuna delle trentatré carte porta con sé un bagaglio di significati, la cui interpretazione può aprire la visione sulla propria esperienza di vita. Il dottor Gianmarco Meucci, psicoterapeuta a orientamento gestaltico, terrà alcune letture della durata di quindici minuti, attraverso la piattaforma Zoom, giovedì 30 aprile dalle 18.00 alle 20.00 e sabato 2 maggio dalle 15.00 alle 17.00. La sessione è gratuita ed è prenotabile attraverso la piattaforma Eventbrite. I posti disponibili sono limitati. Si tratta di un’occasione unica per entrare in sintonia con la nostra realtà e con l’universo di cui facciamo parte.

Sessioni sold out

In copertina: Tomás Saraceno, Arachnomancy Cards, 2019 (dettaglio). 58a Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Venezia, Italia. Courtesy the artist. © Studio Tomás Saraceno, 2019

Tomás Saraceno: Per un suono lento dell’aria

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Protagonista della mostra inaugurata a Palazzo Strozzi il 22 febbraio 2020, Tomás Saraceno partecipa al progetto IN CONTATTO con uno speciale videomessaggio esclusivo: la descrizione di una delle sue opere, Particular Matter(s) Jam Session, che diviene un invito a riflettere in modo nuovo su concetti come condivisione, consapevolezza e solidarietà.

“Il nostro movimento influenza la velocità con cui le particelle si muovono nell’aria. Riduciamo i nostri spostamenti per rallentare lo spostamento delle particelle e aiutare tutti a stare più al sicuro. In solidarietà di Palazzo Strozzi, l’Italia e il Mondo, muoviamoci in modo diverso per un futuro migliore” (Tomás Saraceno)

 

Ciao, sono Tomás Saraceno e vi voglio parlare di una delle opere esposte a Palazzo Strozzi.
Quest’opera si basa su un fascio di luce che illumina ciò che fluttua nell’aria. Ci sono milioni e milioni di particelle che si muovono e il loro movimento è influenzato da come ci muoviamo.
Se, per esempio, parlo molto vicino… o se muovo alcune particelle del mio maglione… potete vedere molte più particelle rilasciate nell’aria. Se invece parlo un po’ più distante queste particelle iniziano a muoversi più lentamente. Quello che ascoltereste a Palazzo Strozzi, quello che ascoltate adesso in questo video, è il suono che queste particelle producono quando si muovono. Ogni volta che mi muovo più velocemente sentirete il suono con frequenza maggiore. È questo “bip bip bip”… Se ci muoviamo più lentamente le particelle producono un suono diverso. Questo è un modo per sonorizzare il modo in cui ci muoviamo sulla Terra o il movimento delle particelle nell’aria. Questo significa che se in questo momento dobbiamo muoverci più lentamente, il suono sarebbe diverso e le particelle si muoverebbero più lentamente. Questo significa solidarietà per tutte le persone in Italia, in Europa e nel mondo. Speriamo di diventare consapevoli delle nostre azioni, di come l’aria si muove oggi e di quanto il nostro movimento possa influenzare le cose, e anche di come possiamo limitare il movimento di alcune delle particelle che oggi sono diventate così dannose per molte persone sul pianeta Terra.

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Tomás Saraceno, Particular Matter(s), 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio

Artista visionario e poliedrico, la cui ricerca creativa unisce arte, scienze naturali e sociali, Tomás Saraceno (Argentina, 1973) invita a cambiare punto di vista sulla realtà e a entrare in connessione con elementi non umani come polvere, ragni o piante che diventano protagonisti delle sue installazioni e metafore del cosmo. In un percorso di opere immersive ed esperienze partecipative tra il cortile e il Piano Nobile, la mostra Tomás Saraceno. Aria esalta il contesto storico e simbolico di Palazzo Strozzi e di Firenze attraverso un profondo e originale dialogo tra Rinascimento e contemporaneità: dall’uomo al centro del mondo, all’uomo come parte di un universo in cui ricercare una nuova armonia.

Utopia e libertà: tra Italo Calvino e Tomás Saraceno

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di Arturo Galansino e Ludovica Sebregondi

«Ho amato Il barone rampante, la storia di un ragazzino che vive sugli alberi e non vuole più scendere sulla terraferma: un inno all’assenza di gravità, in un certo senso. Il concetto di leggerezza, nel mio lavoro, è strettamente connesso a quello di sospensione a mezz’aria» – Tomás Saraceno

È continuo e profondo il legame di Tomás Saraceno con lo scrittore Italo Calvino (1923-1985), autore che ha conosciuto fin da giovanissimo, quando con la famiglia abitava in Italia. Immagini, suggestioni e ispirazioni dal grande scrittore italiano sono rintracciabili in molte opere dell’artista argentino, già a partire da un collegamento immediato nel titolo del primo romanzo di Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno (1947), un riferimento diretto agli aracnidi tanto cari a Saraceno.

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Tomás Saraceno, Particular Matter(s) (dettaglio), 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Studio Tomás Saraceno

Saraceno e Calvino ci propongono visioni utopiche della realtà alla ricerca di una nuova libertà di pensiero e azione, un invito a ripensare in maniera poetica e collettiva il modo in cui abitiamo il mondo. «Prendete la vita con leggerezza, ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore» scrive Calvino nelle sue Lezioni americane (1988), un compendio dei valori che la letteratura deve avere nel nuovo millennio che era alle porte. Le ricerche di Saraceno procedono nella stessa direzione di leggerezza, utopia e determinata speranza. Proprio rileggendo il celebre saggio di Calvino si rintraccia un passaggio che sembra un compendio delle opere di Saraceno: «La poesia dell’invisibile, la poesia delle infinite potenzialità imprevedibili, così come la poesia del nulla nascono da un poeta che non ha dubbi sulla fisicità del mondo. Questa polverizzazione della realtà s’estende anche agli aspetti visibili, ed è là che eccelle la qualità poetica di Lucrezio: i granelli di polvere che turbinano in un raggio di sole in una stanza buia (II, 114-124); le minute conchiglie tutte simili e tutte diverse che l’onda mollemente spinge sulla bibula harena, sulla sabbia che s’imbeve (II, 374-376); le ragnatele che ci avvolgono senza che noi ce ne accorgiamo mentre camminiamo (III, 381-390)».

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Tomás Saraceno, Particular Matter(s) (dettaglio), 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Studio Tomás Saraceno

Le utopiche strutture architettoniche che caratterizzano il mondo di Saraceno ricordano Ottavia, la «città-ragnatela» delle Città invisibili (1972), «una città che, come tutte le città invisibili, è un sogno che nasce dal cuore delle città invivibili». Ottavia è creata su «un precipizio in mezzo a due montagne scoscese: la città è sul vuoto, legata alle due creste con funi e catene e passerelle. Si cammina sulle traversine di legno, attenti a non mettere il piede negli intervalli, o ci si aggrappa alle maglie di canapa. Sotto non c’è niente per centinaia e centinaia di metri: qualche nuvola scorre; s’intravede più in basso il fondo del burrone. Questa è la base della città: una rete che serve da passaggio e da sostegno. Tutto il resto, invece d’elevarsi sopra, sta appeso sotto: scale di corda, amache, case fatte a sacco, attaccapanni, terrazzi come navicelle, otri d’acqua, becchi del gas, girarrosti, cesti appesi a spaghi, montacarichi, docce, trapezi e anelli per i giochi, teleferiche, lampadari, vasi con piante dal fogliame pendulo».

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Tomás Saraceno, Webs of At-tent(s)ion (dettaglio), 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Studio Tomás Saraceno

Ottavia è evocata dalla forma di alcune delle opere più celebri di Saraceno come l’installazione Webs of At-Tent(s)ion, emozionanti agglomerati di ragnatele prodotte da ragni di specie diverse, talvolta dense e coese, altre volte espanse e dilatate. I calviniani «vasi con piante dal fogliame pendulo» si ritrovano invece nelle biosfere in vetro da cui scendono le tillandsie di Flying Gardens. Queste piante, che sembrano sfidare la gravità, sono estremamente adattabili: sono infatti capaci di assorbire l’acqua e i nutrimenti dall’umidità atmosferica e si aggrappano ad altri tronchi o strutture, senza mai danneggiarle. Un esempio perfetto di resilienza e di convivenza.

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Tomás Saraceno, Flying Gardens, 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio

Ciascuno dei nove diversi ambienti che costituiscono la mostra di Palazzo Strozzi Tomás Saraceno. Aria è associata a una delle Arachnomancy Cards, suggestive e misteriose carte pensate dall’artista argentino come tarocchi legati alle figure del ragno e della ragnatela, che diventano metafore dei legami tra tutto ciò che esiste in natura, capaci di indicarci i nostri destini incrociati. Per la loro creazione Saraceno si ispira alla pratica del nggám in uso presso il popolo Mambila del Camerun, che utilizza ragni e ragnatele come simboli e strumenti di divinazione. Allo stesso tempo Saraceno sembra far riferimento a Il castello dei destini incrociati (1973) per cui Calvino, nella sua creazione, si è «applicato soprattutto a guardare i tarocchi con attenzione, con l’occhio di chi non sa cosa siano, e a trarne suggestioni e associazioni, a interpretarli secondo un’iconologia immaginaria». Le carte, infatti, non devono servire solo per «interrogare l’avvenire», ma possono aiutarci a tracciare il nostro passato e a spiegare chi siamo, come fanno i protagonisti del romanzo utilizzando gli Arcani maggiori.

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Tomás Saraceno, Arachnomancy Cards, 2019 (dettaglio). 58° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Venezia, Italia. Courtesy the artist. © Studio Tomás Saraceno, 2019.

Un suggestivo collegamento tra Saraceno e Calvino appare anche nel caso di Museo Aero Solar, progetto collettivo dell’artista argentino che propone a diverse comunità del mondo di raccogliere e trasformare sacchetti di plastica in una mongolfiera che galleggia nell’aria, libera da combustibili fossili. Il progetto richiama la pagina conclusiva del Barone rampante (1957). Il romanzo narra la surreale storia di Cosimo Piovasco di Rondò, il quale decide di vivere la sua vita sugli alberi per staccarsi dalle regole imposte. Crea così un nuovo modo di vivere, in armonia con le sue inclinazioni e la natura, senza compromessi né ripensamenti. Non accetta di scendere a terra neppure in punto di morte e quando vede una mongolfiera «nel momento in cui la fune dell’ancora gli passò vicino, spiccò un balzo […] s’aggrappò alla corda, con i piedi sull’ancora e il corpo raggomitolato, e così lo vedemmo volar via, trascinato nel vento, frenando appena la corsa del pallone, e sparire verso il mare».

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Museo Aero Solar, (2007‐in corso), Prato, Italia, 2009, con Alberto Pesavento, Tomás Saraceno, Janis Elko, Till Hergenhahn, Giovanni Giaretta, Marco, Alessandro, Manuel Scano, Michela Sacchetto, and Matteo Mascheroni. Courtesy Museo Aero Solar and Aerocene Foundation. Photography by Janis Elko. Licensed under CC BY‐SA 4.0.

Un manifesto per il futuro: Thermodynamic Constellation

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di Arturo Galansino

Nonostante la mostra Tomás Saraceno. Aria sia chiusa da giorni, è ancora aperto il cortile di Palazzo Strozzi, un luogo che negli anni è diventato uno spazio pubblico, una vera e propria piazza del centro di Firenze. Qui si trova la grande installazione che Tomás Saraceno ha realizzato appositamente per Palazzo Strozzi: Thermodynamic Constellation.

 

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Tomás Saraceno, Thermodynamic Constellation, 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Studio Tomás Saraceno

 

Un manifesto per il futuro, questo è Thermodynamic Constellation. E oggi forse lo è ancora di più per chi ancora la scorge attraversando il cortile, passando vicino ai portoni di Palazzo Strozzi, oppure ne è coinvolto attraverso le innumerevoli immagini che sono state condivise sui social media. Le sfere che compongono l’installazione, legate tra loro in tensione reciproca, sono prototipi di reali palloni aerosolari in grado di fluttuare nell’atmosfera senza utilizzo di combustibili fossili. La parte superiore a specchio riflette le radiazioni solari, impedendo il surriscaldamento durante le ore diurne di volo, mentre la parte inferiore trasparente contribuisce a mantenere la temperatura all’interno dell’involucro durante il volo notturno, assorbendo il calore del pianeta che fornisce la spinta aerostatica. Alla base dell’opera non vi è solamente una ricerca artistica, ma anche uno studio scientifico dei materiali e delle leggi della fisica che dovrebbero governare questa sorta di danza delle sfere nell’aria. Tomás Saraceno, infatti, tra il 2014 e il 2015 è stato artista in residenza al Centre National d’Études Spatiales (Centro Nazionale di Studi Spaziali – CNES) in Francia, dove ha avuto l’opportunità di conoscere le caratteristiche e le qualità di specifici materiali in uso nell’industria aerospaziale.

 

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Tomás Saraceno, Thermodynamic Constellation, 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio

 

L’installazione unisce un profondo messaggio etico a un’estetica emozionante. La capacità di Tomás Saraceno di dominare lo spazio ha portato alla creazione di un lavoro che reinterpreta in modo avvolgente l’architettura di Palazzo Strozzi, dialogando con uno dei più alti esempi della cultura rinascimentale. La parte specchiante delle sfere, infatti, oltre a creare un senso di comunità riflettendo la nostra immagine, ci permette di osservare con occhi nuovi la simmetrica architettura quattrocentesca del palazzo, alterata come in un’anamorfosi barocca e mutevole nelle diverse ore del giorno. Anche oggi, a distanza, le sfere diventano uno spazio di partecipazione collettivo concettuale in cui precipitano insieme visione e fisicità.

 

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Tomás Saraceno, Thermodynamic Constellation, 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio

 

Le sculture volanti di Thermodynamic Constellation esplorano quali tipi di strutture sociopolitiche potrebbero nascere se potessimo navigare liberamente sui fiumi dell’atmosfera in una nuova era di armonia con l’aria e l’atmosfera: l’Aerocene. Tomás Saraceno lancia così la visione dell’Homo flotantis, una nuova generazione di essere umano nomade dell’aria, in sintonia con i ritmi planetari e atmosferici, che si lascia guidare – concettualmente e fisicamente – dall’aria.

Quest’opera, in cui tutto fluttua e si riflette, invitandoci a muoversi in maniera nuova, è un porto aperto verso il cielo. Creando un collegamento con i problemi del mondo contemporaneo, di cui le emergenze di questi giorni sono sintomi e conseguenza, Thermodynamic Constellation rappresenta una proposta, o una sfida, per un futuro diverso.

 

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Tomás Saraceno, Thermodynamic Constellation, 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Studio Tomás Saraceno

In calendario

Come in una ragnatela

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di Arturo Galansino

Palazzo Strozzi, come ogni istituzione culturale che voglia parlare al proprio tempo, si impegna a trattare i temi più rilevanti del presente. Ogni mostra d’arte contemporanea diventa così un’occasione per indagare il mondo in cui viviamo attraverso lo sguardo sensibile degli artisti.

La mostra Tomás Saraceno. Aria racchiude nei nostri spazi espositivi svariati ‘futuri’, immaginari e utopici ma allo stesso tempo estremamente veri e attuali. Si tratta di visioni fatte di armonia, di equilibrio, nelle quali le connessioni sono evidenti e la cooperazione necessaria.

Oggi, alla luce della situazione che stiamo vivendo, le installazioni dell’artista ci parlano, seppur dalla distanza siderale delle sale vuote, con una forza anche maggiore e una consapevolezza nuova.

Questo periodo d’emergenza ci porta infatti a fare alcune riflessioni sul nostro stile di vita, sul peso delle nostre azioni e sulla fragilità del nostro mondo. Siamo immersi in una realtà iperconnessa, virtualmente e fisicamente, e se dovessimo rappresentare i nostri legami e le interazioni sociali o le rotte che descrivono i nostri spostamenti potremmo ricorrere efficacemente all’immagine di una ragnatela. Facciamo talmente parte di questa struttura da non rendercene conto, e apriamo gli occhi soltanto quando essa viene minacciata o rischia di spezzarsi.

Oggi appare in tutta la sua evidenza che proprio l’iperconnessione e l’ipermobilità, associate all’individualismo, hanno contribuito all’aggravarsi della situazione che stiamo vivendo.

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Tomás Saraceno, Aerographies (dettaglio), 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Studio Tomás Saraceno

Tomás Saraceno, Webs of At-tent(s)ion (dettaglio), 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio

Secondo il celebre “effetto farfalla”, coniato nel 1962 dal matematico e metereologo Edward Lorenz, lo sbattere d’ali di una farfalla in Brasile può provocare un tornado in Texas. In termini più concreti, una piccola azione può riverberarsi e causare effetti ben più grandi. Pensiamo quindi alla vibrazione di un filo, a un semplice tocco. Quando questo è connesso ad una struttura più grande, l’intero sistema può vibrare, oscillare, rompersi. Se le connessioni sono minacciate, in qualsiasi modo, i danni all’intero complesso possono essere enormi.

Come si può vivere in equilibrio in questa realtà iperconnessa? Come si possono limitare i rischi? La via indicataci da Tomás Saraceno è quella dell’armonia. In qualsiasi futuro vogliamo vivere, noi umani dobbiamo imparare a vivere in simbiosi con tutti gli altri esseri, viventi e non viventi, umani e non umani. La ricerca di un equilibrio dinamico deve diventare il nostro obiettivo, la nostra ragion d’essere. Per raggiungerlo è necessario cooperare, compiendo gesti e azioni individuali che non tradiscano il bene comune e che vadano in una direzione collettiva.

Alcuni eventi possono disturbare l’equilibrio, minacciando pericolosamente il mondo in cui viviamo. È in casi come questi che ognuno può contribuire a mantenere l’equilibrio. Ogni azione porta a una reazione, nel male e nel bene. Come in un’orchestra affiatata, quando ogni musicista esegue la propria parte, il risultato è armonia: una risposta unitaria costituita da tanti singoli, diversi ma uniti.

È necessario essere consapevoli dei nostri comportamenti, delle nostre relazioni, dei nostri movimenti, e delle conseguenze che possono avere sugli altri. Questa presa di coscienza deve avvenire non soltanto per il nostro bene individuale, ma per quello di tutti.

Come in una ragnatela, siamo piccoli nodi, parte di un intreccio infinitamente più grande in cui, in una catena di azioni e reazioni, ogni nostro gesto fa vibrare l’intero sistema. Dobbiamo essere coscienti, e capaci, di farlo risuonare nel modo più armonico possibile. Dobbiamo essere una rete armonica di cui ogni singolo è parte essenziale.

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Tomás Saraceno, Connectome (dettaglio), 2020. Installation view of Aria, Palazzo Strozzi, Florence, 2020. © Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio

Nelle prossime settimane continueremo a portare avanti queste visioni di futuro e di realtà delineate da Tomás Saraceno. Lo faremo in modi nuovi, a distanza, con la volontà di stimolare una riflessione attraverso il linguaggio che conosciamo meglio, quello dell’Arte.

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«Lampade e lampadine come alleate
nella caccia quotidiana collegano
modi di vivere in una dipendenza intrecciata.
La natura sembra preferire i rapporti
agli individui, nulla si crea da sé.
Chiedetevi quante moltitudini
racchiudete in voi.»

SYM(BIO)POETICS: Carta 3 di 33 di Aracnomanzia

Tomás Saraceno, Arachnomancy Cards, 2019
Courtesy the artist. © Studio Tomás Saraceno, 2019

In calendario