Dall’Antropocene all’Aerocene

Aerocene Flights

di Martino Margheri e Caterina Taurelli Salimbeni

Antropocene è una parola che negli ultimi anni è stata utilizzata come titolo di mostre, film e pubblicazioni, ma la sua prima apparizione risale agli anni Ottanta in ambito scientifico, senza destare grande interesse. Nel 2000 il premio Nobel per la chimica e grande studioso dell’atmosfera Paul Crutzen iniziò a usarla nei sui interventi accademici decretandone progressivamente il successo e la diffusione.
Lo scienziato affermava che i comportamenti umani stavano modificando l’atmosfera e la superficie terreste a tal punto che l’uomo poteva essere considerato un vero e proprio agente geologico. L’analisi del fenomeno richiedeva una definizione per identificare la nuova epoca geologica, il termine Antropocene nasce da qui.
Ormai entrato a pieno titolo nei dizionari, Antropocene significa infatti età recente con impronta umana; in maniera più estensiva indica l’era caratterizzata dall’impatto devastante della specie umana sul pianeta. Le cause sono rintracciate nel costante aumento di emissioni di idrocarburi e anidride carbonica nell’atmosfera e dallo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali.
Ci sono varie teorie sull’inizio dell’Antropocene, ma la maggioranza della comunità scientifica concorda sulla data simbolica del 16 luglio 1945, che corrisponde al primo esperimento atomico ad Alamogordo in New Messico. Da quel momento l’aria ha subito un processo di contaminazione crescente di cui oggi osserviamo l’impatto sulla vita degli esseri viventi.

“Dobbiamo cambiare il nostro comportamento e smettere di usare l’acqua e l’atmosfera del pianeta come se fossero il secchio dell’immondizia”.
intervista a Paul Crutzen (TG2, 12/10/2006)

L’Antropocene non è una fatalità, l’abbiamo plasmato con le nostre scelte e azioni. La mostra Tomás Saraceno. Aria a Palazzo Strozzi parte da questa consapevolezza, dal ripensamento del nostro modo di agire, dalla capacità di osservare i fenomeni da un altro punto di vista e dalla possibilità di uscire dall’Antropocene sviluppando nuovi modelli di pensiero.
Buckminster Fuller, architetto e filosofo americano famoso per la sperimentazione con strutture geodetiche, che ha influenzato la riflessione e il lavoro di Saraceno, diceva che non è possibile cambiare le cose combattendo la realtà esistente: per cambiarle è necessario costruire un nuovo modello che renda la realtà obsoleta.

L’arte di Tomás Saraceno ha un carattere visionario e utopico, ma al contempo pratico e pragmatico come il pensiero di Buckminster Fuller. Superare l’Antropocene e ritrovare l’armonia con la Terra non è solo uno slancio filosofico, ma è un vero e proprio progetto che si articola in molte forme. Tra gli sviluppi più complessi c’è Aerocene: una comunità artistica interdisciplinare che lavora a nuove espressioni di sensibilità ecologica, con l’obiettivo di avviare una collaborazione etica con l’atmosfera e l’ambiente, per una nuova era libera da combustibili fossili.

Come Saraceno racconta (l’intervista è disponibile qui sotto):
“nessuno sembra riuscire a immaginare che il calore fornito dal Sole potrebbe permetterci di sollevarci da terra e farci volare nell’aria. Che cosa potremmo diventare grazie a una relazione diretta con il Sole e il vento, e quale società potremmo essere in grado di sviluppare se pensiamo a diversi modelli di mobilità?”

Tomás Saraceno x Aerocene, Aerocene Archive(s), 2020. Video, 1’48” (colore, stereo, HD 1080p, 16:9)
Un film di Aerocene Community, prodotto da Studio Tomás Saraceno in collaborazione con Art/Beats, Courtesy l’artista e Aerocene Foundation

Queste domande hanno trovato una risposta pratica nelle attività di Aerocene che organizza il lancio di sculture aerosolari in grado di librarsi in aria grazie al calore del Sole e alle radiazioni infrarosse della superficie della Terra. Niente motori, niente batterie, niente combustibili, niente sfruttamento delle risorse, solo l’energia del pianeta. Negli ultimi cinque anni l’impegno della comunità si è consolidato, sono stati realizzati lanci in tutto il mondo e sono state progettate sculture aerosolari con caratteristiche diverse: ci sono quelle pilotabili come aquiloni, quelle che possono viaggiare liberamente da una città all’altra seguendo le rotte dei venti e anche una versione in grado di sollevare una persona a un’altezza superiore ai 200 metri trasportarla per quasi due chilometri.
Uomini e donne hanno sempre sognato di volare, la comunità Aerocene sta riuscendo in questa impresa ricorrendo a forme di energia che promuovono la consapevolezza ambientale e preservano l’aria che tutti respiriamo.

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Lancio Aerocene Explorer. 7 agosto, 2017, Salinas Grandes, Jujuy, Argentina
Con il supporto di CCK Buenos Aires, Courtesy Aerocene Foundation e CCK Agency, Fotografia Studio Tomás Saraceno, 2017

Per raggiungere questi obiettivi nel 2015 Tomás Saraceno ha creato la Aerocene Foundation, che lavora a stretto contatto con una comunità internazionale di scienziati e attivisti. Già nel 2012 l’artista si era affidato ai ricercatori del MIT Center for Art, Science & Technology (CAST) per trovare risposta a una delle sue domande (apparentemente) utopiche: “è possibile compiere un volo intorno al pianeta Terra usando come unica risorsa energetica il Sole?”
Da questo incontro è nato l’Aerocene Float – Predictor uno strumento che analizza le correnti del vento e traccia delle vere e proprie rotte di volo. Recentemente è stata messa a punto una nuova risorsa per la comunità Aerocene, la Float Predictor App. L’applicazione, disponibile per iOS e Android, ha più funzionalità: permette di simulare i percorsi di volo virtuali delle sculture aerosolari senza emissioni di CO2, sfruttando dati meteorologici aperti; consente di visualizzare la capillarità della comunità Aerocene in tutto il mondo; permette di vedere le diverse tipologie di sculture aerosolari, dove hanno volato negli anni e i luoghi di maggiore concentrazione.
Il messaggio è chiaro: siamo una comunità numerosa, aperta alla collaborazione e intenzionata a cambiare le forme di mobilità e la relazione con il pianeta. La tecnologia ci offre l’opportunità di confrontarci e rendere più forti i nostri progetti in pieno spirito DIT (Do it Togehter).

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Aerocene App (2020) è stata sviluppata da Aerocene Foundation in collaborazione con Studio Tomás Saraceno.
Courtesy Aerocene Foundation

“Realizziamolo insieme” è stato anche il motore della collaborazione tra Fondazione Palazzo Strozzi e Manifattura Tabacchi. Manifattura infatti ha supportato la mostra dedicata a Tomás Saraceno accogliendo nei propri spazi una selezione di video, pubblicazioni, materiali e workshop per approfondire la filosofia dell’Aerocene.
La sostenibilità, la relazione tra uomo e natura, nonché la costruzione di comunità e di forme alternative di abitazione e di interazione sono temi fondamentali a cui Manifattura Tabacchi non solo è sensibile, ma ai quali affida la costruzione di forme sperimentali e innovative, tanto nella produzione quanto nella fruizione artistica. Il legame con il lavoro di Tomás Saraceno trova conferma non solo nelle tematiche, ma anche nella condivisione del processo, costituito dal superamento delle barriere, dal coinvolgimento del pubblico e dall’integrazione di diverse discipline, interne ed esterne all’arte.

Manifattura Tabacchi è una grande fabbrica realizzata negli anni ‘30 a ovest del  centro di Firenze: dismessa dal 2001 e ora oggetto di un ambizioso progetto di rigenerazione urbana che prevede di dar vita a un nuovo quartiere per la città animato da un centro per l’arte e la cultura contemporanea complementare al centro storico, aperto al territorio e connesso col mondo. Il progetto interdisciplinare dedicato all’arte, attualmente articolato in residenze d’artista, spazi indipendenti, festival e laboratori, è la cornice ideale in cui si colloca la collaborazione tra Manifattura Tabacchi e Fondazione Palazzo Strozzi.

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Veduta aerea di Manifattura Tabacchi. Foto Marco Zanta

Dal cortile della ciminiera, su cui affacciano i due edifici attivati per gli usi temporanei, si accede a uno spazio di studio, raccoglimento e osservazione, allestito e disegnato sotto l’occhio attento di Tomás Saraceno. A catturare subito l’attenzione è l’Aerocene Explorer Backpack: uno starter kit da indossare come uno zaino che contiene tutto il necessario per l’esperienza di volo di una scultura aerosolare.

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Aerocene Backpack, 2016-in corso. Veduta della mostra presso Manifattura Tabacchi. Foto Alessandro Fibbi

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Pubblicazioni Aerocene. Veduta della mostra presso Manifattura Tabacchi. Foto Alessandro Fibbi

Sulla parete è riprodotto il Manifesto di Aerocene che richiama “l’attenzione di chi ha a cuore l’atmosfera”; il testo afferma di vedere “lo spazio come un luogo di proprietà comune, fisico e immaginario, libero dal controllo delle grandi società e dalla sorveglianza dei governi. Aerocene promuove un accesso libero, non soggetto a misure di estrema sicurezza, all’atmosfera. È una proposta, una scena nell’aria, sull’aria, per l’aria e con l’aria”.
Dichiarazione politica ed etica, il Manifesto è il punto di partenza per tutti i progetti della comunità. Tra i materiali esposti a Manifattura Tabacchi è possibile consultare anche un’ampia selezione di pubblicazioni che raccontano la progettualità di Aerocene nelle sue molteplici declinazioni.
Il percorso di scoperta prosegue in una sala di proiezione dove è possibile immergersi nella selezione di video e documentari dedicati all’artista e immaginare di vivere le esperienze di volo scoperte nelle pubblicazioni.
Bambini, adulti, anziani, intere comunità: lo sguardo li segue mentre insieme fanno volare le sculture aerosolari nei luoghi più affascinanti della Terra. Immagini evocative che non possono fare a meno di ricordare la meraviglia del mondo in cui viviamo e la bellezza di prendersi cura non solo della natura, ma anche delle persone.

In data 13 maggio, ore 18.30 sulle pagine Facebook di Fondazione Palazzo Strozzi e Manifattura Tabacchi si terrà una conversazione tra l’artista Tomás Saraceno, Arturo Galansino (Direttore Generale, Fondazione Palazzo Strozzi), Stefano Mancuso (Direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale LINV) e Lisa Signorile (biologa e giornalista scientifica) incentrata su arte, natura e impegno collettivo per ripensare il nostro modo di vivere e interagire con il pianeta.