Caterina e Maria de’ Medici: donne al potere Firenze celebra il mito di due regine di Francia

24 ottobre 2008

08 febbraio 2009


La mostra parla del potere dell’ immagine e di come sia stata usata  dalle due Medici regine di Francia, Caterina e Maria (albero genealogico della famiglia de’ Medici), per legittimare il ruolo di reggenti dopo la morte dei rispettivi mariti e giustificare la pretesa di governare famiglie e fazioni lacerate dai conflitti
Caterina resse le redini del potere lungo il regno di tre sovrani francesi, e Nicolas Houel – il creatore del testo su cui si basa il ciclo di  quindici arazzi monumentali – costruì l’apologia del suo diritto al comando attraverso la fusione delle vicende di due diverse Artemisie dell’antichità, entrambe regine in Caria (regione dell’Asia Minore, oggi parte della Turchia). La prima, alleata del re persiano Serse nella guerra contro la Grecia, partecipò alla battaglia di Salamina nel 480 a.C., la seconda, vedova del re Mausolo, regnò dal 352 al 350 a.C., e dopo la morte del marito fece erigere in sua memoria un grandioso monumento funebre, il Mausoleo appunto, annoverato fra le sette meraviglie del mondo antico. Con la riscrittura di questi due miti si fondevano dunque in un’unica immagine il lutto vedovile e la potenza della sovrana.

Il ciclo, concepito dallo speziale e filantropo parigino Nicolas Houel per la prima regina medicea intorno al 1560, fu tuttavia realizzato solo da Enrico IV, che lo dedicò a Maria incentrandolo sul tema dell’educazione del principe ideale, suo figlio, il futuro Luigi XIII. Per un singolare intreccio della storia, Maria avrebbe di lì a poco condiviso il destino di Caterina, vedova e reggente. La tessitura degli arazzi fu affidata dal re nel 1607 alla manifattura del faubourg Saint-Marcel, da lui stesso fondata.

Gli arazzi, di misure diverse, alti ciascuno quasi cinque metri, sono rimasti separati fino al 2005, quando i sette pezzi di proprietà del Mobilier national di Parigi furono riuniti a otto già in Inghilterra, acquistati poi dall’Atelier Chevalier e acquisiti dallo Stato francese grazie alla generosità del gruppo bancario Natixis. Restaurati per celebrare le Manifatture Reali di Francia, queste magnifiche opere giungono per la prima volta a Firenze, la città natale delle due regine.

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