La mostra Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano a Palazzo Strozzi dal 16 marzo al 22 luglio 2018 è un avvenimento imperdibile nell’anno che celebra il 50esimo anniversario del Sessantotto.
Uno straordinario viaggio tra arte, politica e società nell’Italia dal fermento culturale italiano del secondo dopoguerra, gli anni del cosiddetto “miracolo economico”, momento di trasformazione profonda della società italiana, fino al periodo della contestazione del Sessantotto attraverso ottanta opere di artisti come Renato Guttuso, Lucio Fontana, Alberto Burri, Emilio Vedova, Enrico Castellani, Piero Manzoni, Mario Schifano, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto.
Abbiamo chiesto al curatore Luca Massimo Barbero le ragioni che la rendono la mostra unica nel panorama italiano e internazionale.
1. La vitalità dell’informe
Le opere dei grandi maestri degli anni ’50 esposte in mostra sottolineano la loro intensa ricerca sulla materia. I lavori di artisti come Burri, Fontana, Vedova hanno traghettato la materia nei decenni successivi rendendola protagonista delle sperimentazioni successive.
Veduta della mostra con l’opera di Lucio Fontana Concetto spaziale, New York 10 in primo piano, sullo sfondo Scontro di situazioni ’59-II-1 di Emilio Vedova e Geremia di Mirko.
Foto Alessandro Moggi.
2. La libertà del monocromo: un nuovo spazio bianco
Il visitatore potrà esplorare quell’idea di opera nuova cara agli artisti degli anni ’60, i quali riscrivono la forma dell’opera d’arte come su un foglio vergine. Allo stesso tempo, questo foglio bianco è anche un nuovo schermo pieno di luce e il monocromo diventa un nuovo inizio.
Veduta della sala della mostra Monocromo come libertà. Foto Alessandro Moggi.
3. La nascita della nuova immagine
Nelle opere di artisti come Giosetta Fioroni e Domenico Gnoli, l’abbandono del realismo tradizionale per far apparire nuove figure che sono allo stesso tempo memoria storica, idoli della contemporaneità e personaggi sognati.
Giosetta Fioroni, La modella inglese, 1969, Collezione privata, Courtesy Galleria Mucciaccia. Foto Schiavinotto Roma.
4. Unisce politica, esistenzialismo e divertimento
Per artisti come Franco Angeli e Mario Schifano l’opera d’arte diventa un gigantesco tazebao dove l’archeologia del passato si trasforma in una sorta di cartone del presente. Qui i giovani mettono insieme l’esistenzialismo e la nuova musica, creando un corto circuito straordinario e ironico, tutto italiano, fatto di paradossi e contrasti e che potremmo definire “tra il Piper e il partito”.
Veduta della sala della mostra Cronaca e politica. Foto Alessandro Moggi.
5. Nuove geografie del pensiero
L’uomo e l’artista diventano una macchina pensante, impegnata, che porta nell’arte contemporanea dei nuovi gesti e dei nuovi pensieri. La materia del decennio precedente, brulicante di esistenzialismo, ora diventa punto di partenza per nuove meditazioni e nuovi orizzonti. L’Italia è laboratorio di un’arte concettuale dirompete e… povera. In mostra lavori emblematici come quelli di Luciano Fabro, Mario Merz, Giuseppe Penone e Michelangelo Pistoletto.
Giuseppe Penone, Rovesciare i propri occhi, 1970, Collezione privata. Paolo Mussat Sartor @ Archivio Penone, Giuseppe Penone, by SIAE 2018
La mostra Nascita di una Nazione è aperta tutti i giorni inclusi i festivi dalle ore 10.00 alle ore 20.00 (ultimo ingresso alle 19.00).
Ogni giovedì dalle ore 10.00 alle ore 23.00 (ultimo ingresso alle 22.00).