Dal 21 settembre 2017 al 21 gennaio 2018, Palazzo Strozzi celebra l’arte del Cinquecento a Firenze, un’eccezionale epoca culturale e di estro intellettuale, tra “maniera moderna” e controriforma, tra la committenza dei Medici e della Chiesa.
Ultimo atto d’una trilogia di mostre, a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali, iniziata con Bronzino nel 2010 e Pontormo e Rosso Fiorentino nel 2014, Il Cinquecento a Firenze riunisce un totale di oltre settanta capolavori tra dipinti e sculture, di cui diciassette restaurati per l’occasione – uno straordinario dialogo fra opere di artisti come Michelangelo, Bronzino, Giorgio Vasari, Rosso Fiorentino, Pontormo, Santi di Tito, Giambologna, Bartolomeo Ammannati.
Abbiamo selezionato per voi 5 capolavori fra le opere esposte a Palazzo Strozzi in questa grande mostra.
Andrea del Sarto, Compianto su Cristo morto (Pietà di Luco)
Siglata con il monogramma delle due A intrecciate, la tavola – restaurata per la mostra – fu eseguita per il monastero camaldolese di San Pietro a Luco di Mugello, dove l’artista si era rifugiato per sottrarsi all’epidemia pestilenziale che imperversava a Firenze. Opera di straordinaria chiarezza, è una riflessione sul tema del mistero dell’incarnazione eucaristica, fondamentale nella Chiesa dopo Lutero.
Andrea del Sarto, Compianto su Cristo morto (Pietà di Luco), 1523-1524, olio su tavola, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina
Alessandro Allori, Cristo e l’adultera
La tavola fu commissionata per la cappella di famiglia da Giovan Battista Cini, consigliere di Cosimo de’ Medici, drammaturgo che partecipò agli apparati per le nozze di Francesco e Giovanna d’Austria e in quell’occasione entrò forse in contatto con Allori. L’artista ambienta la scena in un’aulica architettura fiorentina, ma non rinuncia ai dettagli raffinati di tessuti, frange e merletti.
Il restauro dell’opera è stato reso possibile grazie al generoso contributo di Friends of Florence.
Alessandro Allori, Cristo e l’adultera, 1577, olio su tavola, Firenze, Basilica di Santo Spirito
Giambologna, Crocifisso
Giambologna volle questo Crocifisso per la propria cappella funeraria nel coro della Santissima Annunziata. Il Cristo venne fuso probabilmente il 21 marzo 1598 insieme ai rilievi della base del monumento a Cosimo I di piazza della Signoria. Il Cristo morente, ancora privo del colpo sul costato, è pretesto per rappresentare un perfetto corpo atletico ma anche un sentimento di pietà controriformata.
Il restauro dell’opera è stato reso possibile grazie al generoso contributo di Friends of Florence.
Giambologna, Crocifisso, 1598, Bronzo, Firenze, Basilica della Santissima Annunziata
Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, La Notte
La Notte è trasposizione in pittura dell’analoga figura scolpita da Michelangelo per la tomba di Giuliano de’ Medici, duca di Nemours, nella Sagrestia Nuova. Inserita in uno scenario notturno, del marmo ripropone il copricapo con la stella e la mezzaluna, la maschera svelata dalla Notte e la civetta. Tosini ha inoltre aggiunto una clessidra, una lanterna e due maschere, simboli del tempo notturno e dell’inganno.
Bartolomeo Ammannati, Ercole e Anteo
Il gruppo era sulla fontana grande della villa di Castello, nel giardino voluto da Cosimo de’ Medici. Ammannati nel dicembre del 1559 aveva pronto il modello per la fusione, avvenuta pochi mesi dopo. Il mito dell’eroe greco rispondeva al programma celebrativo di Ercole-Cosimo: la statua ne illustrava la vittoria sui nemici, simboleggiata dall’alto fiotto d’acqua che usciva dalla bocca di Anteo morente.
Bartolomeo Ammannati, Ercole e Anteo, 1559-1560, bronzo, Firenze, Villa medicea della Petraia
Orario mostra
Tutti i giorni inclusi i festivi dalle ore 10.00 alle ore 20.00 (ultimo ingresso alle 19.00).
Ogni giovedì dalle ore 10.00 alle ore 23.00 (ultimo ingresso alle 22.00).
Se volete evitare qualsiasi coda ed entrare direttamente in mostra, è possibile acquistare il biglietto online.