Non è la prima volta che Palazzo Strozzi ospita una mostra sul Cinquecento fiorentino: nel 1940 proprio una “Mostra del Cinquecento toscano” inaugurò l’utilizzo del palazzo, appena venduto dalla famiglia Strozzi, come spazio espositivo.
Più recentemente, le due epocali rassegne sul Bronzino, nel 2010, e sul Pontormo e il Rosso Fiorentino, nel 2014, hanno contribuito ad affermare il prestigio internazionale della nostra istituzione.
La mostra odierna vuole essere continuazione e conclusione dello straordinario viaggio attraverso l’arte e la cultura a Firenze cominciato con le due esposizioni appena citate e chiudere così una ideale trilogia sulla “maniera” fiorentina a cura di Antonio Natali e Carlo Falciani.
Il percorso parte con confronti tra capolavori assoluti, opere che non si era riusciti a ottenere in prestito nelle precedenti esposizioni, come quello tra la Pietà di Luco di Andrea del Sarto e il Dio fluviale di Michelangelo o quello triplo, letteralmente “da manuale”, che vede protagonisti la visionaria Deposizione dalla croce del Rosso Fiorentino, l’allucinata Deposizione del Pontormo e la raffinatissima Deposizione del Bronzino, tornata “a casa” per quest’occasione dopo che Cosimo I la donò a Nicolas Perrenot de Granvelle, segretario dell’imperatore Carlo V: dialoghi irripetibili che trovano in Palazzo Strozzi il perfetto scenario in cui compiersi.
La mostra continua percorrendo tutto il XVI secolo in modo grandioso ed emozionante senza soluzione di continuità, alternando capolavori dei più grandi maestri a quelli di artisti forse meno noti al grande pubblico ma sempre di un tenore qualitativo altissimo, fornendo perciò il contesto ideale per l’apprezzamento storico di questo splendente autunno del Rinascimento.Il Compianto su Cristo morto (Pietà di Luco) di Andrea del Sarto, esposto insieme al Dio fluviale di Michelangelo
Veduta della sala della mostra che espone le tre Deposizioni a confronto
Gli oltre settanta dipinti e sculture esposti provengono da musei internazionali e da importanti collezioni private: un’opportunità quindi per vedere riuniti capolavori raramente accessibili. Inoltre, numerose grandi pale d’altare, abitualmente ospitate da chiese toscane e non solo, trovano in mostra un’occasione per essere riportate a nuova vita, attraverso una campagna di restauri senza precedenti per Palazzo Strozzi: esempio di come la nostra attività espositiva, oltre a portare sul territorio un notevole impatto economico prodotto dalle nostre mostre e dalle collaborazioni e sinergie messe in atto, arricchisca anche il nostro patrimonio artistico.
Veduta della sala della mostra a Palazzo Strozzi dedicata agli Altari della controriforma. Molte delle opere esposte sono state restaurate per l’occasione.
Dopo i grandi successi ottenuti portando a Firenze la grande arte contemporanea, Palazzo Strozzi si riaccosta oggi al passato, ma con un approccio nuovo e sperimentale: non solo per celebrare Firenze e la sua grande storia, ma anche per riscoprire una generazione di artisti e un periodo storico che rappresenta un riferimento per una riflessione sul mecenatismo, sul rapporto tra arte e potere e su quello tra sacro e profano, alla luce delle nuove istanze tridentine che portarono a una profonda rimeditazione dei modelli e degli insegnamenti dei grandi maestri di inizio Cinquecento.
“Il Cinquecento a Firenze” rappresenta perciò un’opportunità speciale per celebrare il ruolo di Palazzo Strozzi come piattaforma d’eccellenza per l’arte e la cultura, volta all’innovazione, tra passato e presente, e alla valorizzazione del patrimonio storico artistico.
Arturo Galansino
Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi