L’umano dietro l’icona Una conversazione con KAWS

In occasione dell’inaugurazione dell’installazione site-specific THE MESSAGE nel cortile di Palazzo Strozzi (29 ottobre 2025 – 25 gennaio 2026), abbiamo intervistato KAWS per parlare della mostra in corso dedicata a Beato Angelico, con la quale la sua opera entra in dialogo.

Qual è la prima immagine che ti viene in mente quando pensi all’opera di Beato Angelico? L’Annunciazione, o qualcos’altro?

Decisamente l’Annunciazione. Penso che sia un’opera di iconografia religiosa davvero potente: tutto quell’oro, la luce, il senso di sacralità. È qualcosa che fa parte del tuo immaginario fin dall’infanzia, anche se da giovane non la guardi davvero. Dà l’impressione di essere sempre esistita e, in un certo senso, è così, perché è lì da centinaia di anni.

Quindi hai iniziato a vederla veramente solo più tardi, quando sei cresciuto.

Sì, credo di sì. Queste opere hanno una presenza fortissima, ma quando sei giovane non ti rendi conto che sono il frutto del lavoro di una persona, qualcuno che si sedeva lì e dipingeva tutto a mano. Non solo le grandi pale, ma anche le miniature, le opere devozionali più piccole. È affascinante quando inizi a collegare ciò che vedi nel mondo alle persone che lo hanno realmente realizzato.

Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska OKNO Studio

Come descriveresti l’arte di Beato Angelico a qualcuno che non l’ha mai vista?

Non è facile. Direi che è profondamente spirituale. I colori sono così intensi, l’esecuzione è impeccabile, sono dei veri capolavori. Camminando per la mostra, resto ancora sconvolto nel pensare a quanti secoli abbiano queste opere: eppure è come se fossero state dipinte stamattina. Hanno un’anima, una presenza che ispira profondamente.

Nel tuo lavoro esplori emozioni, simboli, linguaggi: qual è per te il rapporto tra arte e spiritualità?

Per me ha a che fare con l’onestà. Come artista, penso che l’unico modo per dedicare la propria vita all’arte sia creare opere che siano un riflesso sincero di ciò che vedi, pensi e senti. Se lo fai – se sei autentico – allora il tuo lavoro ha la possibilità di entrare in connessione con gli altri. Non so se questo possa essere definito “spirituale”, ma forse proprio quella connessione, quella sincerità, è una forma di spiritualità in sé.

Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska OKNO Studio

Beato Angelico dipingeva per comunità religiose ma anche per committenti privati. Secondo te, qual è la forza di un’opera concepita per essere condivisa?

Penso che il vero scopo dell’arte sia proprio quello di essere condivisa. Certamente amo molto quei momenti di solitudine nel mio studio, quando lavoro, ma per me è importante sapere che un’opera avrà una vita dopo di me. Qual è il senso, altrimenti, se non è destinata a essere vista, a essere vissuta da altre persone? Per quanto mi piaccia starmene da solo nello studio a creare, voglio che il mio lavoro esista ben oltre quelle pareti.

Sei già stato a Firenze? Che sensazioni ti trasmette la città?

Sì, sono stato a Firenze una volta, qualche anno fa, in realtà sempre per un evento a Palazzo Strozzi. Era per l’inaugurazione della mostra di Olafur Eliasson, che collaborava anche con Acute Art, una società londinese che si occupa di realtà aumentata e con cui lavoro. Abbiamo realizzato insieme un progetto e, anche se sono rimasto in città solo un giorno, sono comunque riuscito a fare una breve passeggiata. È una città stupenda. Anche questa volta non starò a lungo, ma non vedo l’ora di camminare per le sue strade e visitare il maggior numero possibile di musei.

KAWS: THE MESSAGE, Palazzo Strozzi, Firenze, 2025. Photo Ela Bialkowska OKNO studio

KAWS è un artista americano che si è affermato sulla scena internazionale con lavori che spaziano tra pittura, scultura e design, traendo ispirazione dall’immaginario dell’animazione e della comunicazione visiva per adottare uno stile e un approccio fortemente riconoscibili, al tempo stesso ludici e irriverenti. Ha esposto le sue opere nelle più importanti istituzioni culturali del mondo come SFMoMA, San Francisco (2025); Crystal Bridges Museum of American Art, Bentonville (2025); The Andy Warhol Museum, Pittsburgh (2024); Art Gallery of Ontario, Toronto (2023); Serpentine Gallery, Londra (2022); Mori Arts Center Gallery, Tokyo (2021); The Brooklyn Museum, New York (2021); The National Gallery of Victoria, Melbourne (2019).

In copertina: KAWS, Palazzo Strozzi, Firenze, 2025. Photo Ludovica Arcero Say Who