1946
Nasce il 30 novembre a Belgrado, ex Jugoslavia, in una famiglia benestante. I genitori Vojo e Danica, entrambi partigiani durante la Seconda guerra mondiale, fanno parte della dirigenza del Partito comunista del generale Tito. Marina passa i primi anni con la nonna materna, Milica, e viene profondamente influenzata dalla sua fede ortodossa.
1952
Nasce il fratello Velimir e Marina va a vivere con i genitori. La sua vita sotto il severo controllo materno è emotivamente molto difficile.
1953-1958
Sin da piccola Marina è incoraggiata a esprimere se stessa in modo creativo: a dodici anni le viene regalata la prima scatola di colori.
1960-1965
Pratica il disegno e la pittura: spesso rappresenta nature morte con fiori e ritratti figurativi.
1965-1970
Studia all’Accademia di Belle Arti di Belgrado. Le espressioni figurative diventano sempre più astratte.
1970-1973
Perfeziona gli studi all’Accademia di Belle Arti di Zagabria. Comincia a usare il corpo come strumento artistico e a dedicarsi al suono e all’arte performativa.
1971
Sposa l’artista concettuale Neša Paripović, ma continua a vivere con la madre.
1973
Incontra Joseph Beuys prima a Edimburgo e poi al Centro culturale studentesco di Belgrado (SKĆ). Gli happening di Beuys la colpiscono profondamente. Collabora con Hermann Nitsch. Nello stesso anno presenta la performance Rhythm 10 al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Borghese a Roma.
1974
Allo SKĆ presenta Rhythm 5. Rhythm 4 è presentata alla Galleria Diagramma di Milano, mentre l’ultima opera della serie, Rhythm 0, viene presentata nella galleria Studio Morra di Napoli.
1975
Va ad Amsterdam per partecipare a un incontro internazionale di artisti performativi e vi conosce l’artista tedesco Ulay (Frank Uwe Laysiepen, nato nel 1943).
1976
Ventinovenne, divorzia da Paripović, abbandona la famiglia e il suo clima repressivo e si trasferisce ad Amsterdam con Ulay.
1977-1979
Marina e Ulay creano la serie Relation Works. Scrivono il manifesto Art Vital, che stabilisce la direzione della loro pratica artistica. Decidono di essere in perpetuo movimento e nei tre anni successivi vivono e lavorano in un furgone, mentre viaggiano in tutta Europa.
1980-1981
La coppia si trasferisce in un appartamento di Amsterdam, inserendosi nella vita artistica della città. Vanno in Australia dove vivono per nove mesi presso la tribù Pintupi nel Gran Deserto Victoria. Influenzati dalla cultura aborigena, creano la performance Nightsea Crossing.
1982
Nightsea Crossing è allestita a Documenta 7 di Kassel e in altri musei e spazi espositivi a Colonia, Düsseldorf, Berlino, Amsterdam, Chicago e Toronto. Per praticare la tecnica meditativa vipassana, Abramović e Ulay vanno a Bodhgaya, in India, dove incontrano il Dalai Lama e il suo principale mentore, il tulku Kyabje Ling Rinpoche.
1983
Marina e Ulay invitano il lama tibetano Ngawang Soepa Lucyar e lo sciamano aborigeno Charlie Watuma Taruru Tjungurrayi, loro compagno di viaggio nel Gran Deserto Victoria, a partecipare a una nuova versione di Nightsea Crossing.
1985
A Firenze, Gastkünstlern a Villa Romana, Marina e Ulay provano (insieme a Mr Mondo e a Michael Laub) la pièce Fragilissimo, che sarebbe dovuta andare in scena al Teatro Niccolini: l’esecuzione fiorentina non ha luogo, ma l’opera viene presentata ad Amsterdam e Stoccolma.
1986
La coppia di artisti va in Cina per la prima volta. Dal momento del viaggio nell’outback australiano del 1980 i due lavorano al progetto di una performance lungo la Grande Muraglia cinese.
1988
Dopo anni di preparativi, ha inizio la camminata lungo la Grande Muraglia cinese per l’opera The Lovers. Marina parte dall’estremità orientale della Muraglia, mentre Ulay inizia dal lato occidentale e procede in direzione opposta. La performance sancisce la definitiva conclusione della loro relazione e collaborazione artistica, durata dodici anni.
1989
Le nuove opere di Marina Abramović da sola sono una serie di oggetti interattivi, noti come Transitory Objects. Le opere vengono esposte, tra gli altri, al Museum of Modern Art di Oxford, allo Städtische Kunsthalle di Düsseldorf e al Museum of Modern Art di Montreal.
1990
Si trasferisce a Parigi, mantenendo l’appartamento di Amsterdam. Viene invitata a partecipare alla famosa esposizione Magiciens de la Terre al Centre Pompidou di Parigi. Poco dopo nello stesso museo viene allestito The Lovers.
1991
Si reca in Brasile per continuare il lavoro sui Transitory Objects.
1992-1993
L’opera The Biography, diretta da Charles Atlas, viene rappresentata per la prima volta a Madrid e successivamente a Documenta 9 di Kassel.
1994
The Biography è rappresentata in teatri di Parigi, Atene, Amsterdam e Anversa. Marina Abramović e Charles Atlas vanno a Belgrado per lavorare alla futura pièce Delusional, anch’essa basata sulla vita di Marina.
1995
Retrospettiva al Museum of Modern Art di Oxford.
1996
Festeggia il cinquantesimo compleanno con il vernissage di Marina Abramović: Objects, Performance, Video, Sound, retrospettiva organizzata allo Stedelijk Museum voor Aktuele Kunst di Gent.
1997
È invitata a rappresentare Serbia e Montenegro nel Padiglione jugoslavo della Biennale di Venezia, ma interrompe la collaborazione in contrasto sul soggetto dell’opera. La performance Balkan Baroque viene allestita quindi in un sottoscala del Padiglione Centrale ai Giardini, causando scalpore. Viene premiata con il Leone d’oro.
1998
Crea il laboratorio Cleaning the House, una serie di esercizi basati su concentrazione e pratica mentale.
2000
Il padre Vojo muore di tumore.
2001
In collaborazione con la Triennale di Arte Contemporanea Echigo-Tsumari in Giappone viene inaugurato il progetto interattivo Dream House come installazione permanente. Performance Mambo a Marienbad, realizzata nell’ex ospedale neuropsichiatrico di Volterra.
2002
The House with the Ocean View viene presentata alla Sean Kelly Gallery di New York: passa dodici giorni in silenzio, digiuno ed esposizione totale, sempre davanti al pubblico.
2004
L’Art Institute di Chicago le conferisce un dottorato onorario. L’artista torna a Belgrado per il progetto video Balkan Erotic Epic.
2005
Seven Easy Pieces viene presentata al Solomon R. Guggenheim Museum di New York. L’opera si compone di sette reinterpretazioni di performance degli artisti VALIE EXPORT, Vito Acconci, Bruce Nauman, Gina Pane, Josef Beuys e della stessa Abramović. Il progetto è il risultato del suo lavoro sulle re-performance, pensate per conservare le performance.
2006
Marina acquista una proprietà a Hudson (New York), che diventa residenza privata e punto di incontro per artisti performativi.
2007
La madre Danica muore a Belgrado.
2010
Il MoMA di New York inaugura la grande retrospettiva The Artist is Present, con molte re-performance delle sue opere e per l’intera durata della mostra propone la nuova e intensa The Artist is Present. Nello stesso anno fonda il Marina Abramović Institute (MAI), con lo scopo di operare attraverso le scienze, per creare una piattaforma teorica e pratica di arte performativa.
2011
The Artist is Present è allestita al Garage Center for Contemporary Culture di Mosca. La pièce autobiografica The Life and Death of Marina Abramović viene rappresentata per la prima volta al Manchester International Festival.
2012
Il documentario Marina Abramović: The Artist is Present viene presentato al Sundance Film Festival. L’esposizione Marina Abramović, Balkan Stories è organizzata alla Kunsthalle di Vienna.
2014
L’esposizione 512 Hours viene presentata alla Serpentine Gallery di Londra. Il progetto comprende una serie di esercizi interattivi che partono dal processo creativo dell’artista stessa e continuano con la partecipazione del pubblico.
2015
Le due grandi esposizioni Terra Comunal/Communal Land e Private Archaeology vengono inaugurate alla SESC Pompeia di São Paulo e al Museum of Old and New Art in Tasmania.
2016
Presso Penguin viene pubblicata l’autobiografia Walk Trhough Walls. A Memoir. La versione italiana Marina Abramović. Attraversare i muri. Un’autobiografia, esce l’anno successivo.
2017-2018
Marina Abramović. The Cleaner viene presentata al Moderna Museet di Stoccolma. La retrospettiva si sposta al Louisiana Museum of Modern Art a Humlebæk, in Danimarca e alla Bundeskunsthalle di Bonn, in Germania. Nel marzo 2018 Marina Abramović è a Firenze per preparare la mostra a Palazzo Strozzi.