La retrospettiva Bill Viola. Rinascimento elettronico (10 marzo-23 luglio 2017, Palazzo Strozzi) copre oltre quarant’anni di carriera di uno dei pionieri della videoarte e, grazie a una selezione di ventisei opere in grado di coprirne tutte le fasi creative dalla meno nota produzione degli anni Settanta fino agli ultimissimi lavori, una delle più grandi e complete mai realizzate sull’artista.
Il titolo – che riprende la felice definizione di “pittore elettronico” coniata da Maria Gloria Bicocchi – vuole evocare al contempo l’arte del passato, in particolare quella fiorentina che è stata ispirazione e punto di riferimento dell’artista, e la componente tecnologica, elemento centrale nella pratica dell’arte delle immagini in movimento.
Oltre alle questioni puramente estetiche o espressive, attraversare la quarantennale carriera di Bill significa anche osservare decenni di sviluppi tecnici, dagli archeologici monitor anni Settanta agli schermi al plasma, in un crescendo di produzioni sempre più ambiziose, dalle riprese in diretta dalla quotidianità agli effetti speciali e alle scenografie “hollywoodiane”.
La mostra di Palazzo Strozzi nasce e si sviluppa da un dialogo continuo con Kira e Bill, durato quasi due anni. Bill, già da tempo, desiderava una mostra a Firenze, sua città di elezione, ed è una grande soddisfazione per l’istituzione che dirigo aver potuto realizzare il desiderio di un protagonista dell’arte contemporanea che ha iniziato la sua carriera nella nostra città e che con la nostra città porta avanti una lunga storia d’amore.
Arturo Galansino, Kira Perov e Bill Viola davanti alla Visitazione di Pontormo durante l’allestimento di Bill Viola. Rinascimento elettronico (10 marzo-23 luglio 2017, Palazzo Strozzi). Foto Alessandro Moggi.
Sbarcato nel 1974 a Firenze per diventare il “tecnico americano” – come, affettuosamente, tutti lo chiamavano – di art/tapes/22, la galleria e centro di produzione di Maria Gloria Bicocchi, Bill passò un anno e mezzo in città, partecipando a quella che era ancora una scena contemporanea di respiro internazionale.
Bill Viola davanti alla cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze durante la performance Free Global Distribution, 1975 © Archivio Storico art/tapes/22, Firenze. Foto Enzo Stella
Fu a Firenze che Bill scoprì, oltre al Rinascimento, la vera “funzione” delle opere d’arte all’interno della vita, umana e sociale.
«Dopo una visita agli Uffizi sentivo fortemente che i musei erano stati creati per l’arte e non l’arte creata per i musei, come accadeva nella scena contemporanea che avevo lasciato a New York. Inoltre, molte delle opere medievali e rinascimentali che avevo visto in quei primi mesi a Firenze non erano neanche nei musei. Erano nella comunità, in luoghi pubblici – cattedrali, chiese, cappelle, corti, monumenti, uffici municipali, piazze e facciate di palazzi – e, di più, molte opere erano ancora nei luoghi per i quali erano stati commissionati cinquecento anni prima. L’atmosfera era satura di idee d’arte e di cultura. Avevo capito presto che qui la storia era veramente parte del presente. E che le idee più nuove circolavano in un insieme più grande. Mi ricordo che spesso vedevo una vecchietta per strada che veniva la mattina a mettere l’acqua fresca o dei fiori nuovi sotto un quadro della Madonna in una piccola edicola all’angolo del suo palazzo. Questo ha dato un contesto nuovo alla mia idea di apprezzamento artistico.» (Bill Viola 2003).
Bill Viola e Kira Perov nello studio a Long Beach. Alle loro spalle le riproduzioni dei dipinti di Masolino, Beato Angelico, Pontormo, Michelangelo e Hieronymus Bosch che hanno ispirato l’artista.
Colpisce nel percorso espositivo il confronto, o “dialogo”, delle opere di Bill con i capolavori rinascimentali che le hanno ispirate: un’operazione già tentata in passato, ma mai in precedenza realizzata in modo così ambizioso e circoscritto filologicamente a opere, temi, artisti e luoghi che hanno davvero contato per l’artista.
Arturo Galansino
Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra
Scopri la Bill Viola Story: il racconto della vita, dei viaggi, delle opere del maestro della videoarte contemporanea.