Sullo Schermo dell’arte e altre considerazioni in tempi incerti

Direttrice dello Schermo dell’arte – Festival di cinema e arte contemporanea, Silvia Lucchesi porta una riflessione sul festival di quest’anno, arrivato alla sua XIII edizione, che ha dovuto necessariamente reagire alla situazione attuale spostandosi in una nuova dimensione online.

Esterno giorno. Campagna. Bianco/nero. Primo piano di un uomo anziano. Un viandante, impermeabile stropicciato, sciarpa, borsa a tracolla, si muove vacillando in una strada secondaria alberata. Appoggiate al suolo delle tubazioni industriali, un impianto idrico a cielo aperto, deturpano il paesaggio. Appare la scritta 2020. L’inquadratura si sposta sui piedi dell’uomo. Sta camminando sopra a quei brutti lunghi cilindri metallici in equilibrio precario. Che ci fa quell’uomo in questa improbabile situazione, al limite dell’assurdo? Appare un titolo: A Metaphor. L’uomo sembra quasi divertirsi come quando da ragazzini si saltava, accorti, di pietra in pietra evitando di sfiorare le intersezioni tra queste. Chi non l’ha mai fatto? Alla fine l’uomo desiste e sorridendo verso la telecamera torna a camminare con i piedi per terra. È l’ironica sigla che l’artista britannica Kasia Fudakowski ha realizzato per l’edizione 2020 dello Schermo dell’arte.

Ringrazio gli amici di Palazzo Strozzi che mi hanno chiesto di scrivere un testo sullo Schermo dell’arte per la piattaforma In Contatto. Come l’uomo del video di Kasia, anche tutti noi viviamo oggi un presente incerto e irregolare. E chi come me lavora nel campo dell’arte non può sottrarsi dal riflettere sull’esperienza di questo annus horribilis. Così, desidero approfittare di questo spazio non solo per dare informazioni sul programma della XIII edizione del festival. Voglio qui condividere un’esperienza di lavoro straordinariamente nuova in cui la velocità di reazione alla situazione fluida e inaspettata che stiamo sperimentando in questi mesi convive con la riflessione sui contenuti e sulle pratiche dell’arte che rimangono l’elemento centrale della proposta culturale.

Lo schermo dell’arte lavora tutto l’anno su differenti progetti. Cinema e arte contemporanea. Ma è il festival di novembre il momento in cui la nostra attività ha la maggiore visibilità e intensità. È un momento atteso dal pubblico. Si vivono le opere degli artisti che dalla realtà che ci circonda traggono le ragioni stesse del loro fare, elaborando in una forma estetica le suggestioni del tempo in cui siamo immersi. È l’occasione in cui una comunità di artisti e professionisti che lavorano con le moving images si incontra e scambia pensieri e riflessioni su nuovi progetti. Un festival ha una prospettiva dinamica e diacronica, accoglie il tempo, il suo trasformarsi, il suo succedere. È un’esperienza complessa in cui si intrecciano aggregazione sociale e arricchimento personale.


Rudolf Herz, Szeemann and Lenin Crossing the Alps, 2019. Courtesy l’artista

Il DPCM del 4 novembre ha decretato ulteriori restrizioni. Proprio adesso, mentre sto scrivendo, arrivano a raffica sulla mia casella di posta elettronica le notizie di annullamento, sospensione, rinvio, chiusura di tante attività previste che avrebbero dovuto svolgersi in questo periodo in musei e centri d’arte. Teatri, sale da concerto, cinema avevano già chiuso i battenti. Che dispiacere. Quanta amarezza.

All’espressione resistere preferisco reagire perché più che sopportare una condizione avversa, Lo schermo dell’arte 2020 agisce rispondendo con scelte consapevoli. Per esempio, oltre ai film in streaming, il programma prevede l’ampia proposta di contenuti dei Festival Talks, eventi trasmessi live con conversazioni e tavole rotonde con artisti e curatori perché, in questo anno così difficile, confrontarsi e lavorare insieme è questione ancor più essenziale. O la scelta di non interrompere il progetto VISIO rivolto a promuovere e sostenere la giovane generazione di artisti, certamente l’anello più debole e meno tutelato del sistema dell’arte, i più colpiti dalla interruzione delle attività culturali ed espositive. La mostra ad esso correlata, dal titolo quanto mai attuale Resisting the Trouble. Moving Images in Time of Crisis, è allestita e pronta ad accogliere i visitatori, appena sarà possibile, alla Manifattura Tabacchi.

Valentina Furian, 55, 2019, 1’53’’. Video installazione a due canali. Courtesy l’artista

Ma ci sono altre parole a cui sto pensando in questi tempi di semi-isolamento. 

Fruizione: basata sull’esperienza insostituibile della condivisione sociale della cultura, si è adesso spostata in rete, strumento la cui modalità di visione, al di là di ogni demonizzazione, si è straordinariamente espansa nei mesi della chiusura permettendo di aumentare l’accessibilità ai contenuti dell’arte.

Libertà: perché oggi gli artisti, e noi tutti con loro, abbiamo bisogno di tempo e spazio per recuperare, procedere e immaginare un futuro.

Curiosità: che nessun lockdown potrà mai spegnere. Quella che ci ha spinto a guardare tantissimi film per arrivare a costruire una proposta con opere scelte tra la recente produzione internazionale: da una parte gli artisti in quanto autori dei film, dall’altra gli artisti come soggetto di osservazione da parte del cinema. Tra gli oltre 40 film disponibili in streaming sulla piattaforma Mymovies.it che trattano temi di attualità, dalla violenza domestica all’omofobia, dalle politiche post coloniali al nazionalismo, dall’impatto della tecnologia sul quotidiano all’ecologia, vi sono rimandi e assonanze che lo spettatore anch’esso curioso potrà scoprire costruendo il proprio percorso di visione e trovando risposte al proprio desiderio di contemporaneità.

In copertina: still da video © Kasia Fudakowski

Lo schermo dell’arte – Festival di cinema e arte contemporanea
XIII edizione
diretto da Silvia Lucchesi
10 – 14 novembre 2020
I film saranno visibili in streaming dall’Italia fino al 22 novembre
https://www.mymovies.it/ondemand/schermodellarte
abbonamento standard € 9,90

Festival Talks Live Events
in streaming
http://www.schermodellarte.org/live-events-2020/
e sui canali Facebook dello Schermo dell’arte e di Manifattura Tabacchi

Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis
mostra a cura di Leonardo Bigazzi
prodotta con NAM – Not A Museum
Firenze, Manifattura Tabacchi
L’apertura prevista il 9 novembre è posticipata a causa delle restrizioni previste dal DPCM del 5 novembre

Lo schermo dell’arte è un progetto nato a Firenze nel 2008 dedicato all’esplorazione, all’analisi e alla promozione delle relazioni tra arte contemporanea, moving images e cinema. Tra gli artisti internazionali ospiti delle passate edizioni: Hito Steyerl, Isaac Julien, Omer Fast, Simon Starling, Alfredo Jaar, The Otolith Group, Phil Collins, Melik Ohanian, Adrian Paci, Sarah Morris, Shirin Neshat, Runa Islam, Roee Rosen, Yael Bartana, Hassan Khan, Peter Greenaway, Jeremy Deller.

www.schermodellarte.org