L’esperienza dell’Alternanza scuola-lavoro a Palazzo Strozzi

blank

Quest’anno, durante l’anno scolastico 2016-2017, 14 ragazzi, per la metà studenti dell’ISIS Capponi-Machiavelli e per l’altra del liceo classico Michelangiolo, hanno avuto la possibilità di entrare a far parte dello staff della Fondazione Palazzo Strozzi, grazie al progetto di Alternanza scuola-lavoro.

L’Alternanza è un’esperienza formativa attuata dalla riforma scolastica della Buona scuola, per unire sapere e saper fare, orientare le aspirazioni degli studenti e aprire didattica e apprendimento al mondo esterno.
La Fondazione Palazzo Strozzi dal 2016 collabora con le scuole per il compimento di una parte delle ore totali che gli studenti dell’ultimo triennio dovranno completare.

Questa interazione tra i ragazzi (fra cui il sottoscritto) e la Fondazione Palazzo Strozzi ha lo scopo d’integrare gli studenti nell’organizzazione delle mostre partendo da mansioni semplici fino a incarichi via via più complessi e impegnativi, ma al tempo stesso più stimolanti.

width=Foto Martino Margheri

Inizialmente noi ragazzi abbiamo avuto un ruolo attivo nella preparazione dei materiali utilizzati dalla Fondazione per promuovere la conoscenza delle mostre agli insegnanti delle varie scuole della città di Firenze e della regione Toscana.

Successivamente abbiamo avuto l’opportunità di inserirci attivamente nelle mostre stesse come guide di quest’ultime, partecipando alle speciali aperture del giovedì sera nell’ambito del progetto chiamato Giovedì per i giovani, organizzato da Palazzo Strozzi.
In particolare abbiamo preso parte alla mostra dedicata a un artista cinese che negli ultimi tempi ha fatto molto parlare di sé: Ai Weiwei. Durante il corso di queste serate ci è stato affidato il compito di fare comprendere meglio la mostra Ai Weiwei. Libero, raccontandola ai suoi visitatori secondo il nostro personale punto di vista.

width=Foto Martino Margheri

Ora la nostra attenzione si è spostata sulla mostra in corso e sulle nuove e differenti tematiche e concetti proposti dal videoartista statunitense che ha avuto con la città di Firenze una relazione importante per lo sviluppo della propria attività e carriera artistica: Bill Viola.
Il confronto tra le sue opere e alcuni capolavori di grandi maestri d’arte del passato (tra i quali figurano nomi come Pontormo e Masolino) rappresenterà un’importante sfida per noi ragazzi e un’opportunità per avere una visione più completa del panorama artistico internazionale (n.d.r. il prossimo Giovedì per i giovani si terrà il 20 aprile 2017).

width=
Inoltre, in concomitanza con la mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico e la fine dell’anno scolastico, noi ragazzi abbiamo avuto l’incarico di organizzare, sotto le direttive dei nostri tutor all’interno della Fondazione, una serata che si terrà giovedì 1° giugno negli spazi dell’esposizione e nel cortile di Palazzo Strozzi.

Una serata speciale, durante la quale noi “alternanti” ci troveremo in prima linea nelle fasi di progettazione e di realizzazione e che richiederà un nostro importante e profondo contributo.

Continuate a seguire i canali di Palazzo Strozzi per essere aggiornati sui nostri progressi e per avere maggiori dettagli sulla serata!

Giulio Pancani
“Alternante” dell’ISIS Capponi-Machiavelli

Conserva il biglietto della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico

blank

Visitare la mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico non porta “solo” alla scoperta delle opere di uno dei più importanti artisti del nostro tempo, esposte a Palazzo Strozzi in un percorso espositivo unitario tra Piano Nobile e Strozzina. Tantissime sono infatti le agevolazioni per chi conserva il proprio biglietto, in un itinerario ricco di collaborazioni con musei, istituzioni culturali, teatri e partner locali.

width=
Fondazione Palazzo Strozzi e Palazzo Grassi e Punta della Dogana a Venezia propongono dal 9 aprile una speciale convenzione nel segno dell’arte contemporanea: ai possessori del biglietto della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico è infatti concesso l’ingresso ridotto alla mostra Treasures from the Wreck of the Unbelievable (dal 9 aprile al 3 dicembre 2017) dell’artista Damien Hirst, a € 15,00 anziché € 18,00.
Allo stesso modo ai possessori del biglietto Treasures from the Wreck of the Unbelievable è concesso il biglietto ridotto a € 9,50 per la mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico.

width=

Dal 6 aprile la mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico trova una diretta prosecuzione nel Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli tramite l’esposizione dell’opera Sharon di Bill Viola. Il Museo accoglie abitualmente il Cristo in pietà di Masolino ora a Palazzo Strozzi, a conferma di una collaborazione culturale con l’obiettivo di valorizzare il territorio toscano.
I possessori del biglietto della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico potranno acquistare l’ingresso ridotto a € 2,00 anziché € 3,00 per l’opera Sharon, mentre ai possessori del biglietto dell’opera è riservato il biglietto ridotto a € 9,50 per la mostra a Palazzo Strozzi. L’iniziativa si inserisce nel progetto Piccoli Grandi Musei della Fondazione CR Firenze.

width=Bill Viola, Sharon (dettaglio), 2013. Courtesy Bill Viola Studio

Per gli amanti della musica e del teatro è invece possibile, presentando il biglietto della mostra di Palazzo Strozzi, usufruire di speciali sconti all’Opera di Firenze della Stagione 2016/2017 dell’80° Maggio Musicale Fiorentino, dei concerti dell’ORT-Orchestra della Toscana della Stagione 2016/2017, e degli spettacoli organizzati dal Teatro della Toscana.

width=

Tanti altri vantaggi, riduzioni e occasioni vi aspettano fino alla chiusura di Bill Viola. Rinascimento elettronico a luglio, trovate tutti gli aggiornamenti alla seguente pagina dedicata.
Non vi rimane che conservare il biglietto e consultare tutti i programmi delle istituzioni culturali partner della Fondazione Palazzo Strozzi.

Bill Viola. Rinascimento elettronico e le opere dei grandi maestri del passato

blank

In occasione della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico, nella cornice rinascimentale di Palazzo Strozzi, si crea uno straordinario dialogo tra antico e contemporaneo, attraverso un inedito confronto diretto delle opere di Viola con quei capolavori di grandi maestri del passato che sono stati per lui fonte di ispirazione e ne hanno segnato l’evoluzione del linguaggio.

Oltre al confronto fra The Greeting e la Visitazione del Pontormo che lo ha ispirato e di cui abbiamo parlato nel precedente articolo, in mostra, per la prima volta, si potrà vedere dal vivo l’accostamento di Emergence con il Cristo in pietà di Masolino da Panicale che il video cita letteralmente.
Emergence, con altri tre video presenti in mostra, appartiene alla serie “The Passions” (2000-2002), alla quale Bill cominciò a lavorare durante un periodo di ricerca al Getty Research Institute di Los Angeles diretto da Salvatore Settis, nel 1998. Qui l’artista lavorò per un anno alla rappresentazione delle passioni e delle sofferenze umane studiando assieme ad un gruppo di storici dell’arte ed accademici e osservando le opere della collezione.

width=La sala della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico (Palazzo Strozzi, 10 marzo-23 luglio 2017) che espone il Cristo in pietà di Masolino da Panicale a confronto con The Emergence di Bill Viola. Foto Alessandro Moggi.

“The Passions” è collegata all’arte antica nei temi e nei formati. Ad esempio, Catherine’s Room è una vera e propria “video-predella” – ispirata da un’opera del pittore tardogotico senese Andrea di Bartolo, Caterina da Siena e quattro beate domenicane (Venezia, Gallerie dell’Accademia) – in cui la rappresentazione di gesti e azioni quotidiani all’interno della ripetuta scatola spaziale evoca l’inesorabile scorrere della vita dei personaggi femminili. La confidenza di Bill con l’arte senese risale a un soggiorno a Siena nel 1977. Spese molto tempo nella Pinacoteca Nazionale, dove conobbe i maestri senesi del Trecento e Quattrocento, sui quali afferma:

«Duccio, Lorenzetti, Giovanni di Paolo, il Maestro dell’Osservanza – tutti artisti molto diversi dai grandi nomi dell’arte fiorentina. La loro opera era in parte medievale, in parte rinascimentale, e rifuggiva dal realismo fotografico del metodo ottico in favore di una geometria soggettiva improntata sulle sensazioni e su una profonda spiritualità»
(Bill Viola intervistato da John G. Hanhardt).

width=width=Sopra Caterina da Siena fra quattro beate domenicane (Giovanna da Firenze, Vanna da Orvieto, Margherita da Città di Castello, Daniela da Orvieto) e scene delle vite di Andrea di Bartolo, 1394-1398 circa, Venezia, Gallerie dell’Accademia. Sotto Catherine’s Room di Bill Viola, 2001, Courtesy Bill Viola Studio.

L’ispirazione iniziale per Emergence non scaturì direttamente da un rimando a una tradizione iconografica “alta”. La prima idea era rappresentare semplicemente una donna in atto di sorreggere un uomo. Sarà soltanto in seguito, sfogliando libri su Masaccio e Masolino da Panicale, che incontrò una tavola a colori rappresentante l’affresco staccato di Empoli. L’artista ne fece uno schizzo e ripose il libro sullo scaffale: non era e non è mai stata sua intenzione “rifare” le opere antiche. Un giorno una foto di cronaca, in cui due donne tiravano fuori da un pozzo il cadavere di un uomo, gli fece tornare alla mente l’opera di Masolino: ne nacque una grande produzione con attori e macchine sceniche, dove la forma di un sepolcro rinascimentale si fondeva con quella di un pozzo; la presenza dell’acqua portava così un simbolo di vita in quell’immagine di morte, alludendo cristianamente alla Resurrezione. Bill scelse una delle sue attrici più collaudate e altri due performer più giovani, che in seguito avrebbero lavorato con lui nel monumentale ciclo Going Forth By Day (2002). Il ruolo dell’attore – un atletico trapezista – fu particolarmente gravoso: dovette passare molto tempo sott’acqua ed usare tutte le sue doti fisiche per riemergere in posizione rigida e ieratica da quel seppellimento all’inverso. Secondo Bill, questa scena:

«Al nostro occhio contemporaneo, sembra un annegamento; per il mio occhio interiore si tratta di ostetricia. Simili immagini hanno vita propria perché sono libere ed autonome» (Going Forth By Day, 2002).

width=A sinistra Emergence di Bill Viola, 2002, Courtesy Bill Viola Studio. A destra il Cristo in pietà di Masolino da Panicale (dettaglio), 1424, Empoli, Museo della Collegiata di Sant’Andrea.

La nostra selezione di opere include due lavori appartenenti alla serie Going Forth By Day. Si tratta di un’installazione “architettonica”, di notevoli dimensioni, composta da cinque grandi video proiettati su quattro pareti, creando un’esperienza spaziale totalizzante che Bill ha assimilato ai grandi cicli affrescati della tradizione centro-italiana, da Giotto a Luca Signorelli.
La scena più spettacolare di tutta la serie è probabilmente The Deluge, dove assistiamo all’esplosione di acqua che travolge una pura architettura classica ripresa frontalmente, spazzando via la quotidianità di una scena urbana popolata da varie persone diversamente affaccendate. A parte il dichiarato raffronto con l’ingarbugliato Giudizio universale di Signorelli a Orvieto, il repertorio visivo che sta dietro ad una tale invenzione affonda le sue radici nelle grandi scene “catastrofiche” della tradizione pittorica italiana, conosciute da Bill nelle sue peregrinazioni nel patrimonio delle chiese e dei musei fiorentini. Tra queste spicca, come capolavoro assoluto, l’affresco dipinto da Paolo Uccello per il Chiostro Verde di Santa Maria Novella che, con la sua monocromia, la geometrica architettura “metafisica” e i personaggi travolti dalle acque che non smettono di azzuffarsi, appare indiscutibilmente come l’antenato quattrocentesco del video di The Deluge.

width=La sala della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico (Palazzo Strozzi, 10 marzo-23 luglio 2017) che espone Il Diluvio universale e recessione delle acque di Paolo Uccello a confronto con The Deluge di Bill Viola. Foto Alessandro Moggi.

Going Forth By Day è un epico “video-affresco” in cui Bill ha realizzato la sua composizione sin nei minimi dettagli cecando di catturare gli ideali storico-artistici creando, per rubare la definizione a John G. Hanhardt, un «Umanesimo del nostro tempo».
A questo concetto si rifanno anche le opere più recenti, come il dittico proiettato su grandi lastre di granito nero Man Searching for Immortality/Woman Searching for Eternity.
Il dittico si ispira, alla sensuale rappresentazione dei giovani corpi nudi di Adamo ed Eva, tipica della iconografia düreriana. Durante una illuminante visita al Prado nel 1984, resa celebre nei suoi racconti, Bill rimase particolarmente colpito da Adamo ed Eva di Albrecht Dürer; e quest’impressione decantò nella sua mente per una trentina d’anni, fino alla realizzazione di quest’opera in cui due anziani personaggi indagano alla luce di una torcia i loro corpi in disfacimento come in una vanitas contemporanea. Due belle tavole di Lukas Cranach ispirate a Dürer sono esposte vicine alla videoinstallazione.

Arturo Galansino
Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra

width=Sopra Man Searching for Immortality/Woman Searching for Eternity di Bill Viola ed Adamo ed Eva di Lukas Cranach, esposti a Palazzo Strozzi. Foto Alessandro Moggi.

Maggiori informazioni sulla mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico

The Greeting di Bill Viola e la Visitazione del Pontormo – Capolavori a confronto

blank

In occasione della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico (Palazzo Strozzi, 10 marzo-23 luglio 2017) non ci si poteva esimere dall’avvicinare ancora una volta The Greeting al quadro che lo ha ispirato: la Visitazione del Pontormo.
Il confronto venne fatto già una volta, nel 2001 a Carmignano, e poi ripetuto nell’epocale mostra del 2014 Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della Maniera a Palazzo Strozzi, ma in entrambi i casi in modo indiretto, ovvero con il video allestito in un ambiente separato rispetto al dipinto.

width=A sinistra la Visitazione di Pontormo, a destra The Greeting di Bill Viola.

The Greeting, presentato con clamore nel padiglione americano alla Biennale di Venezia nel 1995, ha una notevole importanza nel corpus dell’artista e corrisponde al primo lavoro di una nuova sperimentazione legata all’arte antica.
Pontormo sembra essere l’old master preferito di Bill, che ricorda così la sua visita, al tempo del suo soggiorno fiorentino, alla Deposizione, capolavoro del maestro in Santa Felicita, con quella sua composizione estrema e quei colori allucinati che ricordavano all’artista i paradisi lisergici cari alla beat generation:

«La Visitazione di Pontormo è stata la prima opera d’arte antica che mi ha ispirato. […] Ero entrato nella chiesa di Santa Felicita, subito dopo Ponte Vecchio, a vedere la Deposizione. Fui molto colpito dai colori. Uscendo mi domandai, sinceramente, che cos’avesse fumato il pittore per dipingere quei rosa, per dipingere quegli azzurri incredibili. Sembrava che avesse lavorato sotto l’effetto dell’LSD.
Ma la Visitazione no, non l’avevo vista. Del resto stava fuori Firenze, a Carmignano. Il mio incontro con quel quadro è avvenuto anni dopo, in California. Una storia buffa. […] Ero andato in una libreria, cercavo un libro, non ricordo più quale. Mentre stavo uscendo vedo con la coda dell’occhio un volume appoggiato sul banco. Un nuovo testo su Pontormo. Sulla copertina era riprodotta la Visitazione, mi colpirono i colori. Di quel quadro non sapevo niente, ma non potevo smettere di guardarlo. Ho comprato il libro e l’ho portato a casa. Ma aspettai mesi prima di prenderlo in mano. Alla fine, apro il libro, lo leggo, resto affascinato dalle idee, dai colori di quel pittore»
(Il colore Viola del Manierismo 2014).

width=La sala della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico (Palazzo Strozzi, 10 marzo-23 luglio 2017) che espone la Visitazione di Pontormo a confronto con The Greeting di Bill Viola.

Bill lavorò perciò al suo video senza aver visto dal vero la pala di Carmignano, veduta solo nel 2001. Un incontro ravvicinato con il Pontormo giovanile avvenne soltanto alla fine del 2013, attraverso Palazzo Strozzi, mentre era in restauro in preparazione della mostra Pontormo e Rosso, nello studio di Daniele Rossi a Firenze. In quell’occasione Bill si congeda dal capolavoro scrivendo sul libro degli ospiti del laboratorio queste parole:

«For Master Pontormo,
Thank you for your Inspiration and your Spirit.
I am forever grateful for all that you had given me. You are a great master.
I wish I could show you my work with the Moving Image.
I look forward to seeing you in Heaven, in the section for Artists.
With gratitude and respect
Bill Viola»

width=Il pensiero dedicato a Pontormo scritto da Bill Viola sul libro degli ospiti nel laboratorio di Daniele Rossi, 2013.

 

width=“L’incontro” di Bill Viola con la Visitazione di Pontormo durante il restauro dell’opera nel 2013.

The Greeting aprì a Bill un nuovo e sterminato territorio creativo, cambiando la natura spontanea e diretta del suo modo di catturare immagini in vere e proprie produzioni cinematografiche. Anche i suoi temi si svilupparono e, dalla vita quotidiana ripresa da telecamere a mano e dai viaggi avventurosi assieme a Kira, passò a trattare di storie bibliche e riferirsi alla grande tradizione artistica occidentale. In quest’opera una scena di pochi secondi viene dilatata attraverso un rallentamento estremo, grazie all’utilizzo di una telecamera speciale in grado di ottenere trecento fotogrammi al secondo. Ciò che interessava all’artista era la rappresentazione di un momento preciso, semplice e quotidiano, quello dell’incontro fra tre donne, all’interno del quale mostrare le complesse dinamiche interiori e sociali di un fatto così ordinario.
Secondo Bill questa sfida, nella quale egli stesso si stava cimentando, era ancor più dura per i pittori del passato, che potevano contare su un solo “fotogramma”, attorno al quale “mettere la cornice”.

Arturo Galansino
Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra

Maggiori informazioni sulla mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico

Rinascimento elettronico: la grande mostra dedicata a Bill Viola

blank

La retrospettiva Bill Viola. Rinascimento elettronico (10 marzo-23 luglio 2017, Palazzo Strozzi) copre oltre quarant’anni di carriera di uno dei pionieri della videoarte e, grazie a una selezione di ventisei opere in grado di coprirne tutte le fasi creative dalla meno nota produzione degli anni Settanta fino agli ultimissimi lavori, una delle più grandi e complete mai realizzate sull’artista.

width=Il titolo – che riprende la felice definizione di “pittore elettronico” coniata da Maria Gloria Bicocchi – vuole evocare al contempo l’arte del passato, in particolare quella fiorentina che è stata ispirazione e punto di riferimento dell’artista, e la componente tecnologica, elemento centrale nella pratica dell’arte delle immagini in movimento.

Oltre alle questioni puramente estetiche o espressive, attraversare la quarantennale carriera di Bill significa anche osservare decenni di sviluppi tecnici, dagli archeologici monitor anni Settanta agli schermi al plasma, in un crescendo di produzioni sempre più ambiziose, dalle riprese in diretta dalla quotidianità agli effetti speciali e alle scenografie “hollywoodiane”.

La mostra di Palazzo Strozzi nasce e si sviluppa da un dialogo continuo con Kira e Bill, durato quasi due anni. Bill, già da tempo, desiderava una mostra a Firenze, sua città di elezione, ed è una grande soddisfazione per l’istituzione che dirigo aver potuto realizzare il desiderio di un protagonista dell’arte contemporanea che ha iniziato la sua carriera nella nostra città e che con la nostra città porta avanti una lunga storia d’amore.

width=Arturo Galansino, Kira Perov e Bill Viola davanti alla Visitazione di Pontormo durante l’allestimento di Bill Viola. Rinascimento elettronico (10 marzo-23 luglio 2017, Palazzo Strozzi). Foto Alessandro Moggi.

Sbarcato nel 1974 a Firenze per diventare il “tecnico americano” – come, affettuosamente, tutti lo chiamavano – di art/tapes/22, la galleria e centro di produzione di Maria Gloria Bicocchi, Bill passò un anno e mezzo in città, partecipando a quella che era ancora una scena contemporanea di respiro internazionale.

width=Bill Viola davanti alla cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze durante la performance Free Global Distribution, 1975 © Archivio Storico art/tapes/22, Firenze. Foto Enzo Stella

Fu a Firenze che Bill scoprì, oltre al Rinascimento, la vera “funzione” delle opere d’arte all’interno della vita, umana e sociale.

«Dopo una visita agli Uffizi sentivo fortemente che i musei erano stati creati per l’arte e non l’arte creata per i musei, come accadeva nella scena contemporanea che avevo lasciato a New York. Inoltre, molte delle opere medievali e rinascimentali che avevo visto in quei primi mesi a Firenze non erano neanche nei musei. Erano nella comunità, in luoghi pubblici – cattedrali, chiese, cappelle, corti, monumenti, uffici municipali, piazze e facciate di palazzi – e, di più, molte opere erano ancora nei luoghi per i quali erano stati commissionati cinquecento anni prima. L’atmosfera era satura di idee d’arte e di cultura. Avevo capito presto che qui la storia era veramente parte del presente. E che le idee più nuove circolavano in un insieme più grande. Mi ricordo che spesso vedevo una vecchietta per strada che veniva la mattina a mettere l’acqua fresca o dei fiori nuovi sotto un quadro della Madonna in una piccola edicola all’angolo del suo palazzo. Questo ha dato un contesto nuovo alla mia idea di apprezzamento artistico.» (Bill Viola 2003).

width=Bill Viola e Kira Perov nello studio a Long Beach. Alle loro spalle le riproduzioni dei dipinti di Masolino, Beato Angelico, Pontormo, Michelangelo e Hieronymus Bosch che hanno ispirato l’artista.

Colpisce nel percorso espositivo il confronto, o “dialogo”, delle opere di Bill con i capolavori rinascimentali che le hanno ispirate: un’operazione già tentata in passato, ma mai in precedenza realizzata in modo così ambizioso e circoscritto filologicamente a opere, temi, artisti e luoghi che hanno davvero contato per l’artista.

Arturo Galansino
Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra

Scopri la Bill Viola Story: il racconto della vita, dei viaggi, delle opere del maestro della videoarte contemporanea.

Riconoscere i finti eventi su Facebook – Frida Kahlo e gli altri

blank

Negli ultimi giorni è circolato su Facebook un evento che invita a visitare una mostra dedicata a Frida Kahlo a Palazzo Strozzi. Vi comunichiamo ufficialmente che si tratta di un falso evento, una bufala, un altro fake fra i tanti che ultimamente popolano il canale social più utilizzato in Italia.

Basta infatti fare una veloce ricerca per scoprire decine di questi eventi che spaziano dai finti concerti – ad esempio l’annuncio dei Foo Fighters o di Robbie Williams a Firenze – alle finte visite guidate notturne al Corridoio Vasariano, fino alle finte mostre come nel nostro caso o della mostra interattiva su Van Gogh al Museo del Novecento.

Lo scopo di questi finti eventi è quello di raccogliere il maggior numero di partecipanti con un evento di grande richiamo per poi probabilmente trasformarli in eventi di tutt’altra natura o acquisire i dati degli utenti per poi rivenderli. Il fenomeno si è diffuso ampiamente in Toscana, con finti eventi organizzati a Prato e a Firenze da pagine come “Made in Prato”, “Firenze Vista di Notte”, “Firenze NotteTempo”, “La Firenze Eventi” o “Made Firenze”.

width=width=width=Ma come poter riconoscere questi falsi eventi che vanno ad incidere sul nostro tempo e sulla credibilità delle istituzioni incosapevolmente coinvolte?
Ecco tre consigli che possono aiutarvi per orientarvi in un’epoca di informazioni imprecise e di persone che non hanno di meglio da fare che ingannare gli altri.

  1. Verificate sempre i canali ufficiali
    L’evento promuove la visita ad una mostra a Palazzo Strozzi? Verificate sul sito o sulla pagina facebook ufficiale se l’informazione è verosimile. Nel nostro caso noterete che non c’è nessuna mostra in programma dedicata a Frida Kahlo.
    Anche nel caso di concerti o spettacoli verificate le date pubblicate sui siti ufficiali dei cantanti o dei performer.

2. Controllate l’organizzatore
Se vi interessa l’evento vale la pena perdere 5 minuti per controllare la pagina dell’organizzatore dell’evento. Non lasciatevi ingannare dalla denominazione, infatti è facilissimo creare una pagina come appunto “La Firenze Eventi”, piuttosto osservate il numero dei fan: sono pochi? Forse gli organizzatori hanno appena iniziato, o forse il profilo è nuovo perché dopo la precedente bufala hanno dovuto ricominciare con una nuova identità.
Stanno promuovendo una mostra o una visita culturale e sulla pagina non c’è o quasi attività oppure ci sono promozioni di tutt’altro tipo? Anche questo è un segnale che dovrebbe insospettire.

3. Fate domande
Se la pagina vi sembra corrispondere a quella di un’organizzazione seria sicuramente troverete i dati per contattarla e chiedere ulteriori informazioni. Osservate inoltre come hanno risposto agli altri utenti che hanno chiesto maggiori dettagli: in modo vago, non hanno risposto affatto, oppure hanno addirittura disattivato la possibilità di commentare l’evento? Sono tutti segnali tipici dei creatori di eventi falsi dai quali è meglio diffidare.

Infine vi invitiamo a segnalare a Facebook le pagine che pubblicizzano i falsi eventi. Si tratta infatti di azioni che oltre ad ingannare le persone, screditano istituzioni e organizzazioni che svolgono il proprio lavoro con serietà e passione.

Giulia Sabattini
Comunicazione Online, Fondazione Palazzo Strozzi

Il disallestimento di Ai Weiwei. Libero

blank

Quando una mostra temporanea chiude, il lavoro non è finito. Anzi, inizia una nuova fase del progetto, l’ultima, spesso complessa e delicata quanto la preparazione dell’esposizione stessa.
Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato sui nostri canali social alcune fasi dello smontaggio di Ai Weiwei. Libero (Palazzo Strozzi, 23 settembre 2016-22 gennaio 2017).

Disallestire una mostra implica due settimane di intenso lavoro: dalla verifica dello stato di conservazione delle opere, alla loro movimentazione e al loro imballaggio. L’obiettivo è di affidarle in sicurezza alla ditta che si occuperà di trasportarle a destinazione, rispettando il calendario di spedizione.
Allo stesso tempo, significa anche la fine di un grande lavoro, di un progetto a cui sono state dedicate moltissime ore, l’addio a dei capolavori che sono stati i compagni di avventura per mesi.

width=Il cortile di Palazzo Strozzi con e durante lo smontaggio dell’installazione Refraction (Rifrazione), costituita da cucine solari assemblate a formare un’ala.

 

width=I 1500 granchi di fiume in porcellana dell’opera He Xie sono stati prima divisi per tipologia, poi imballati singolarmente e infite collocati nelle scatole in piccoli gruppi.

 

width=L’installazione Stacked (Impilate), presentata in un allestimento site-specific per Palazzo Strozzi, era costituita da novecentocinquanta biciclette.

 

width=La sala Renaissance durante la mostra e in fase di smontaggio. La sala era dedicata alla rilettura del Rinascimento italiano da parte di Ai Weiwei: i poliedri Divina Proportio (Divina proporzione) e Untitled – Wooden Ball (Senza titolo – Palla di legno) evocano i disegni eseguiti da Leonardo da Vinci per illustrare il trattato De divina proportione di Luca Pacioli del 1497, anche se prima fonte d’ispirazione è uno dei giochi dei gatti che popolano il suo studio di Pechino.
I ritratti in LEGO proseguono la serie dedicata ai dissidenti politici. Nella prima foto da sinistra il ritratto di Filippo Strozzi, di Dante e di Galileo Galilei.

 

width=Le fasi del disallestimento dell’opera Souvenir from Shanghai (Souvenir da Shanghai) costituita da cemento e mattoni provenienti dello studio dell’artista distrutto a Shanghai dalle autorità cinesi nel 2011, posti a incorniciare il telaio di un letto della dinastia Qing.

 

width=La sala Mythologies, dedicata a figure della cultura cinese, durante la mostra e in fase di smontaggio.

 

width=La prima fase del trasporto dell’opera Crystal Cube (Cubo di cristallo) appartenente alla serie con cui Ai Weiwei – traendo ispirazione dalla scultura minimalista degli anni sessanta – ripropone un cubo utilizzando i materiali della tradizione cinese: tè, ceramica, marmo, ebano. Crystal Cube, del peso di oltre due tonnellate, è stata la riproduzione più complessa realizzata finora.

 

Alla fine dell’intero processo lo spazio espositivo deve essere lasciato perfettamente libero, pronto per accogliere la prossima mostra.
Fra poco infatti inizieranno i lavori di allestimento della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico, continuate a seguirci!

width=

Il 2017 di Palazzo Strozzi

blank

Il 2017 a Palazzo Strozzi è iniziato con il grande successo di Ai Weiwei. Libero, terminata domenica 22 gennaio, una delle mostre di arte contemporanea più visitate di sempre in Italia. La mostra ha infatti raggiunto la cifra record di 150.000 visitatori, riscuotendo allo stesso tempo un grandissimo successo di critica.

 

BILL VIOLA. RINASCIMENTO ELETTRONICO

È cominciato quindi il conto alla rovescia per Bill Viola. Rinascimento elettronico che aprirà al pubblico venerdì 10 marzo. Fino al 23 luglio 2017 questa grande mostra celebrerà il maestro indiscusso della videoarte contemporanea, in dialogo con l’architettura di Palazzo Strozzi e in un inedito confronto con grandi capolavori del Rinascimento.

width=La rassegna si pone come un evento unico per ripercorrere la carriera dell’artista, in un percorso espositivo unitario tra Piano Nobile e Strozzina – attraverso straordinarie esperienze di immersione tra spazio, immagine e suono – dalle prime sperimentazioni degli anni settanta fino alle grandi installazioni successive al Duemila.
Uno straordinario dialogo tra antico e contemporaneo attraverso il confronto delle opere di Viola con quei capolavori di grandi maestri del Rinascimento che sono stati per lui fonte di ispirazione.
Sarà così protagonista la speciale relazione tra Bill Viola e Firenze. È qui infatti che l’artista ha iniziato la sua carriera nel campo della videoarte quando, tra il 1974 e il ’76, è stato direttore tecnico di art/tapes/22, centro di produzione e documentazione del video. Il rapporto con la storia e l’arte toscana verrà inoltre esaltato attraverso importanti collaborazioni con realtà museali e istituzioni come il Grande Museo del Duomo, le Gallerie degli Uffizi e il Museo di Santa Maria Novella a Firenze, ma anche con le città di Empoli e Arezzo.

width=Bill Viola nello studio di Daniele Rossi nel 2013 a Firenze, insieme alla Visitazione del Pontormo, sottoposta a restauro

 

ARTE A FIRENZE NEL SECONDO CINQUECENTO

Successivamente, dal 22 settembre 2017 al 21 gennaio 2018, Palazzo Strozzi ospiterà una straordinaria mostra dedicata all’arte del secondo Cinquecento a Firenze, ultimo atto d’una trilogia dedicata all’arte del XVI secolo a Firenze, iniziata con Bronzino nel 2010 e Pontormo e Rosso Fiorentino nel 2014.
La mostra, a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali e allestita negli spazi del Piano Nobile, si confronterà con lo sviluppo dell’arte fiorentina nella seconda metà del secolo attraverso dipinti, sculture e disegni di artisti come Andrea del Sarto, Bronzino, Pontormo, Giorgio Vasari, Giambologna, Bartolomeo Ammannati, Santi di Tito.
Un’occasione irripetibile per scoprire l’eccezionale epoca culturale e di estro intellettuale segnata dalla Controriforma del Concilio di Trento e dalla figura di Francesco I de’ Medici, uno dei più geniali rappresentanti del mecenatismo di corte in Europa.

width=

Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, La Notte, 1553-1555, Roma, Galleria Colonna

 

UTOPIE RADICALI

Sempre in autunno gli spazi della Strozzina ospiteranno Utopie Radicali (20 ottobre 2017-21 gennaio 2018), un’esposizione – prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Fondazione CR Firenze e Osservatorio per le Arti Contemporanee – dedicata alla straordinaria stagione creativa fiorentina del movimento radicale tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento.
Per la prima volta in un’unica mostra saranno esposte le opere visionarie di gruppi e personalità come 999, Archizoom, Remo Buti, Gianni Pettena, Superstudio, Ufo, Zzigurat, in un caledoscopico dialogo tra oggetti di design, video, installazioni, performance e narrazioni. Il racconto di un altro mondo possibile, un’utopia critica che ha avuto il merito di rompere con lo status quo di quegli anni, rendendo Firenze il centro di una rivoluzione di pensiero che ha segnato lo sviluppo delle arti a livello internazionale.

width=
Zzigurat, Linear City, 1969, Firenze

 

L’obiettivo del 2017 è rendere Palazzo Strozzi un luogo ancora più vivo e ancora più aperto, a Firenze e al mondo, non solo grazie a queste grandi mostre, ma anche grazie alle conferenze, agli eventi e alle attività che qui saranno realizzate.
Speriamo di incontrarvi presto.

Diventa Amico di Palazzo Strozzi per non perdere nessun appuntamento

I post del giovedì: l’Angolo del Curatore

blank

Durante la mostra Ai Weiwei. Libero ogni giovedì avete trovato sul nostro canale Facebook un post per approfondire e scoprire curiosità legate all’artista e alle opere esposte. È il nostro Angolo del Curatore, una rubrica che esiste ormai da anni, e che per Ai Weiwei ha visto in tutto 15 post scritti personalmente da Ludovica Sebregondi, che ricopre appunto il ruolo di curatrice della Fondazione Palazzo Strozzi.
Ecco i post che avete amato di più, una classifica che avete fatto voi con i vostri like e le vostre condivisioni.

L’Angolo del Curatore, tornerà dopo l’inaugurazione della prossima mostra dedicata a Bill Viola, sempre di giovedì. Vi aspettiamo quindi dal 15 marzo sulla pagina Facebook di Palazzo Strozzi.

 

1) Gatti e cani

Scrive Ai Weiwei: «I gatti e i cani in casa mia godono di molti privilegi; sembrano più loro i signori del castello di quanto non lo sia io. Le pose piene di contegno che assumono nel cortile spesso mi ispirano più gioia che la casa stessa. Sembrano dire: “Questo è il mio territorio”, e ciò mi rende felice. Comunque, non ho mai progettato uno spazio speciale per loro. Non riesco a pensare come un animale e questa è una delle ragioni per cui li rispetto: per me è impossibile entrare nel loro regno. Tutto quello che posso fare è aprir loro la mia casa, osservarli, e alla fine scoprire che amano questo o quel posto. Sono imprevedibili».

width=

 

2) Possedere un’opera di Ai Weiwei e non saperlo

Ai Weiwei si è mantenuto a New York tra gli anni ottanta e novanta anche facendo ritratti a Times Square. Chissà quanti si sono fatti ritrarre e hanno poi perso quel disegno? Oppure lo conservano ignari del suo valore, e di aver scelto un giovane con un grande futuro.

width=Ai Weiwei a Times Square, 1987, New York Photographs 1983-1993, Courtesy of Ai Weiwei Studio.

 

3) Un’incisione resa in 3-D

Ai Weiwei in The Wave (2004) ha reso tridimensionale un particolare della xilografia La grande onda di Kanagawa di Hokusai (1830-1831).

width=A sinistra: Ai Weiwei, The Wave (L’onda), 2004, Courtesy of Ai Weiwei Studio.
A destra Katsushika Hokusai, La grande onda di Kanagawa, 1830-1831, dettaglio.

 

4) Leg Gun, la misteriosa “Gamba fucile”

Ai Weiwei nel giugno 2014 ha postato una fotografia su Instagram, e il suo gesto di imbracciare la gamba come se fosse un fucile è diventato virale in rete come “Leg Gun”. Giorni dopo l’artista ha aggiunto, come spiegazione un’istantanea del balletto Il Distaccamento Rosso Femminile, presentato la prima volta in Cina nel 1964. Era una delle otto uniche opere ammesse nel periodo della Rivoluzione Culturale, ricavata da un precedente film diretto dal politico Zhou Enlai. La vicenda è basata sulla storia vera di un gruppo di donne dell’isola Hainan, che combatterono contro le forze del Guomindang, negli anni ’30.
Ringraziamo Pio Tarantino – laureatosi alla Sapienza di Roma con una tesi sugli autoritratti dei fotografi cinesi contemporanei – per questo approfondimento.
width=

 

5) Sei volte Arturo

La foto di Alessandro Moggi mostra uno dei possibili giochi di rifrazione consentiti da Crystal Cube (2014, Courtesy of Ai Weiwei Studio), un cubo in cristallo di un metro per lato che è un vero e proprio caleidoscopio: ed ecco Arturo Galansino, direttore di Palazzo Strozzi, per sei.
E voi, siete capaci di scattare una foto – senza toccare l’opera, la più fragile di quelle esposte – in cui l’immagine sia ripetuta un numero superiore di volte?

width=

Ultimi giorni per visitare Ai Weiwei. Libero

blank

C’è tempo solo fino al 22 gennaio per visitare Ai Weiwei. Libero la prima grande mostra italiana dedicata a uno dei più celebri e controversi artisti contemporanei: Ai Weiwei.

width=Artista dissidente e personalità provocatoria, Ai Weiwei si è imposto sulla scena internazionale come il più famoso artista cinese vivente e una delle più influenti personalità del nostro tempo, sempre muovendosi tra attivismo politico e ricerca artistica e diventando un simbolo della lotta per la libertà di espressione. Nelle sue opere l’artista gioca tra antico e contemporaneo, tra passato, presente e futuro, denunciando le contraddizioni tra individuo e collettività nel mondo contemporaneo.

Una mostra che vede per la prima volta Palazzo Strozzi utilizzato come uno spazio espositivo unitario coinvolgendo la facciata, il cortile, il Piano Nobile e la Strozzina. Un’esperienza totalmente inedita per i visitatori che esalta il rapporto tra tradizione e modernità, in un luogo simbolo della storia di Firenze.

Per visitare la mostra con una delle nostre guide è possibile partecipare alle visite organizzate ogni giovedì alle 19.00 e ogni sabato alle 18.00.

Per info e prenotazioni
da lunedì a venerdì
9.00-13.00; 14.00-18.00
Tel. 055 2469600
prenotazioni@palazzostrozzi.org

width=
Per chi volesse invece scoprire la mostra attraverso un punto di vista inedito giovedì 19 gennaio, dalle ore 19.00 alle ore 22.00, si terrà il
Giovedì per i giovani

Un gruppo di studenti di due licei fiorentini sarà a disposizione dei visitatori per conoscere l’opera di Ai Weiwei e approfondire i temi che stanno dietro alle sue grandi installazioni.
Chiunque visiterà la mostra potrà approfittare della presenza degli studenti del Liceo Machiavelli-Capponi e del Liceo Michelangiolo di Firenze per ricevere qualche informazione in più o per avere l’occasione di conversare sulle opere in mostra.

L’attività rientra nel progetto di alternanza scuola-lavoro ed è gratuita con il biglietto di ingresso della mostra.

width=

Orario mostra
Tutti i giorni inclusi i festivi dalle ore 10.00 alle ore 20.00 (ultimo ingresso alle 19.00).
Ogni giovedì dalle ore 10.00 alle ore 23.00 (ultimo ingresso alle 22.00).

Se volete evitare qualsiasi coda ed entrare direttamente in mostra, a questo link è possibile acquistare il biglietto online.